Secondo recenti indiscrezioni riportate dal Ft, la Bce avrebbe proposto la creazione di una bad bank Ue per assorbire i crediti deteriorati (npl). Tuttavia, di fronte a questa possibilità, la Commissione europea si sarebbe mostrata riluttante
A distanza di un giorno, il portavoce della Commissione europea Daniel Ferrie ha smentito l’ipotesi, comunicando che la Commissione non sta lavorando al progetto
L’articolo del Financial Times
La proposta era già stata avanzata nel 2017 dal responsabile della vigilanza della Bce Andrea Enria quando ancora ricopriva il ruolo di presidente dell’Eba, l’autorità europea di vigilanza del settore bancario. L’idea era però stata respinta da Bruxelles.
“La lezione della crisi è che solo con una bad bank si possono smaltire velocemente gli npl. Potrebbe essere una bad bank europea o nazionale, ma l’importante è agire in fretta” ha detto al Ft Yannis Stournaras, governatore della Bank of Greece e membro del Consiglio direttivo della Bce.
Stando ai dati riportati dal Ft, nelle maggiori 121 banche della zona euro si stimano circa 506 miliardi di npl (dato registrato alla fine dello scorso anno), quasi la metà rispetto a quattro anni fa e circa o il 3,2 % del valore del portafoglio di prestiti, ma “le banche greche, cipriote, portoghesi e italiane sono caratterizzate ancora da npl ratio (ndr, il rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei crediti erogati) superiori al 6%” sottolinea il Financial Times.
La smentita della Commissione europea: non stiamo lavorando a bad bank
“Abbiamo visto articoli di stampa sulla cosiddetta band bank. Confermiamo che la Commissione non sta lavorando a questo. Disponiamo già di un ampio armamentario di regole strumenti per intervenire sulla resilienza degli attori dei mercati finanziari. Ovviamente la Commissione continua a monitorare da vicino l’impatto del coronavirus sull’economia reale e sulla finanza” e in questo contesto si tiene in contratto con la Bce e altre istituzioni.