2 modi per abbassare la rata del mutuo (+1 grazie alla Manovra)

La surroga consente di cambiare le condizioni di un mutuo in essere rivolgendosi a un altro istituto di credito, senza dover pagare i costi di istruttoria o di iscrizione notarile
Giorgetti: “È stata ripristinata la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso”
Dopo l’ennesimo rialzo dei tassi annunciato da Christine Lagarde in occasione dell’ultima riunione della Banca centrale europea, l’Euribor a tre mesi (il tasso interbancario di riferimento da cui dipendono i costi dei mutui variabili) ha toccato il 2,08% superando l’Eurirs a 30 anni (il tasso di riferimento per i mutui fissi) fermo all’1,99%. Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile ha visto aumentare la rata mensile di almeno il 20-25% da inizio anno. We Wealth con il supporto di Nicoletta Papucci, direttore marketing di MutuiOnline, ha analizzato le soluzioni per risparmiare sulla rata del mutuo.
Surroga del mutuo: cos’è e come funziona
“Una modalità, interamente gratuita, per cercare di abbassare la rata è quella della surroga. Consiste nel cambiare le condizioni del mutuo rivolgendosi a un altro istituto di credito, senza dover pagare neanche i costi di istruttoria o di iscrizione notarile nel caso in cui sia necessaria”, spiega Papucci. “In questo specifico momento, a tal proposito, le opzioni sono tre. La prima è surrogare verso un altro mutuo a tasso variabile che probabilmente offrirà condizioni dal punto di vista dello spread sui tassi di riferimento più convenienti di qualche anno fa”. Fino a otto mesi fa, continua Papucci, i tassi di riferimento per i mutui a tasso variabile erano infatti al -0,5% e di conseguenza lo spread (il costo del mutuo rispetto ai tassi di riferimento) era “abbastanza alto”.
Adesso invece, essendo i tassi di riferimento più alti, lo spread “è più contenuto, quindi può essere conveniente passare da un mutuo a tasso variabile a un altro mutuo a tasso variabile che costi un pochino meno”. Ma si tratta di una soluzione di breve periodo, avverte l’esperta, in quanto con ogni probabilità seguiranno altri interventi sul costo del denaro che incideranno di fatto su tutti i mutui a tasso variabile già in essere e anche sulle nuove sottoscrizioni. “L’altra alternativa è surrogare verso un fisso. Qui la buona notizia per i consumatori è che in questo mese i mutui a tasso fisso sono particolarmente convenienti rispetto a quelli a tasso variabile, perché l’Euribor è addirittura più alto dell’Eurirs e di conseguenza la differenza tra variabile e fisso è molto bassa: si parla di un 3,2% di tasso medio per il fisso e di un 2,8% per il variabile”.
Le novità del maxi-emendamento alla Manovra
“La terza opzione è quella che sta emergendo nelle ultime ore con la finanziaria, vale a dire la reintroduzione della norma contenuta nell’articolo 8, comma 6, della legge 106 del 2011 che permetteva ai titolari di un mutuo a tasso variabile di chiedere e ottenere di passare a un mutuo a tasso fisso”, continua Papucci, riprendendo quanto dichiarato in commissione bilancio alla Camera dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ipotizzando che verranno mantenute le stesse caratteristiche della norma originale, tale possibilità riguarderebbe solo una specifica tipologia di contribuenti, ovvero con un Isee inferiore ai 35mila euro e un mutuo inferiore ai 200mila euro.
“La surroga si può sempre fare. L’unico limite è che solitamente una banca non consente di surrogare un mutuo appena erogato, per esempio a settembre. Mentre questa norma consentirebbe a chi ha acceso un mutuo a tasso variabile a settembre di passare immediatamente un mutuo a tasso fisso. Non ci aspettiamo tuttavia che ci saranno tantissime richieste, perché la percentuale di consumatori che rispettano tutti i requisiti è abbastanza bassa. Ma potrebbe rappresentare comunque un’opzione”, spiega l’esperta.
Rinegoziazione del mutuo: come richiederla
L’ultima modalità per abbassare la rata del mutuo è quella della rinegoziazione, vale a dire una modifica dell’accordo stipulato con la propria banca di riferimento volta a rivedere alcune condizioni. Il mutuatario può non solo passare da un tasso fisso a un tasso variabile o viceversa ma anche richiedere una riduzione o un aumento della durata del mutuo. La rinegoziazione avviene tra chi ha sottoscritto il mutuo e chi lo ha erogato, senza che sia necessaria la presenza di un notaio. Di conseguenza, non sono previste spese aggiuntive come quelle notarili o eventuali costi amministrativi o commissioni bancarie.
Ricordiamo infine che il governo ha prorogato la sospensione delle rate del mutuo per tutto il 2023 attraverso il Fondo di solidarietà sui mutui prima casa. Sospendere la rata del mutuo rappresenta dunque un’opzione, almeno potenzialmente. Ma bisogna ricordarsi che il procedimento non è immediato, conclude Papucci. “Bisogna fare richiesta, aspettare l’approvazione e accettare un allungamento del periodo di ammortamento del mutuo. Quindi potrebbe convenire aspettare un altro anno prima di valutare possibili rinegoziazioni o surroghe, ma è anche vero che è sempre possibile surrogare il mutuo più di una volta. Un consumatore potrebbe scegliere oggi di passare gratuitamente dal variabile al fisso, attestandosi a un mutuo a tasso fisso poco sotto il 4% in base alle condizioni del finanziamento, e poi decidere di surrogare nuovamente tra un anno quando i tassi saranno più bassi”.