Molte le ragioni per cui gli italiani residenti all’estero optano di investire in Italia e di avvalersi di consulenti finanziari italiani specializzati nella pianificazione degli investimenti a livello internazionale, ad esempio la volontà di spostare la propria residenza in Italia o anche soltanto l’intenzione di investire nel paese di origine in un momento in cui mostra delle caratteristiche di ripresa economica distintive a livello globale. Quali che siano le ragioni alla base di questa scelta, occorre fare alcune considerazioni per gestire in maniera professionale un portafoglio di attività di questo genere, valutando il contributo che può essere offerto dal consulente finanziario italiano coordinandosi con il consulente fiscale che assiste il cliente in questo ambito.
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Il primo tema sensibile, infatti, è quello fiscale che è differente a seconda del fatto che una persona fisica sia residente o meno in Italia. Come si determina la residenza italiana? Generalmente in base a tre criteri:
- iscrizione anagrafe popolazione italiana (requisito formale)
- residenza ai sensi del codice civile (cioè dimora abituale)
- domicilio ai sensi del codice civile (cioè sede principale dei propri interessi, economici e/o affettivi)
In realtà la determinazione della residenza fiscale al di fuori dei confini nazionali non è sempre una questione semplice e il compito di un consulente fiscale di solito si concentra sulla verifica di tali requisiti.
Il problema principale è la doppia imposizione fiscale tra il nostro paese e quello in cui un non residente vive. Ovviamente non si possono fare delle scelte di convenienza soggettiva sullo stato a cui spetta l’imposizione fiscale. In questa sede può essere utile sapere che per i paesi appartenenti alla cosiddetta white list (un elenco pubblico e aggiornato periodicamente dal Ministero dell’Economia e delle finanze che attesta lo scambio di informazioni fiscali tra le varie amministrazioni internazionali) esistono delle modalità per gestire questa situazione. Così come è importante sottolineare che, per le persone che vivono all’estero, detenere attività finanziaria e patrimoniali nel nostro paese non implica automaticamente la condizione di residente fiscale italiano.
Perché rivolgersi ad un consulente finanziario con questo genere di esperienza? Innanzitutto potrà assistere chi ha questo genere di esigenze coordinandosi con gli specialisti eventualmente necessari per gestire in maniera professionale il flusso di autocertificazioni e segnalazioni necessarie a seconda del tipo di investimento che si intende effettuare. L’altro vantaggio è quello di non limitarsi alla mera gestione degli aspetti burocratici. Un esempio concreto? Ad esempio la valutazione della cointestazione di un investimento tra un soggetto residente e uno non residente oppure tra due residenti in due stati diversi. Sono eventualità possibili ma possono portare alcuni effetti negativi a livello fiscale come la mancata esenzione alla sola parte del reddito effettivamente corrisposto, cioè una possibile doppia imposizione per una delle parti. Il consulente che conosce la situazione patrimoniale del cliente nel suo complesso potrà indicare strade alternative per raggiungere gli obiettivi di investimento desiderati.