Che si guardi all’intelligenza artificiale come la nuova rivoluzione industriale destinata a influire in modo trasversale sul mercato, che venga vista come un tool utile ed efficiente dalla vita quotidiana al mondo lavorativo o il mezzo per ottimizzare la gestione dei portafogli, non ci sono molti dubbi: il futuro è già qui.
Proprio per questo motivo, durante il Wealth Management Summit organizzato da We Wealth a Milano, l’intelligenza artificiale è stata una delle tematiche principali, analizzando tutte le opportunità, ma anche le sfide che questa porta per il mondo della finanza.
Peter Zangari, partner e Head of Americas per MdotM, ha chiarito fin da subito l’idea che l’AI non rappresenti più solo un’opzione e il tempo di essere scettici è ormai passato: non importa il settore in cui uno lavora, le opportunità sono molto più accattivanti di qualunque possibile sfida. Nonostante il boom dell’intelligenza artificiale generativa sia esploso solo recentemente, non si tratta di nulla di completamente nuovo. La sua forza è il tempismo. Per la prima volta nella storia abbiamo a disposizione una quantità enorme di big data, i mezzi per analizzarli e l’energia necessaria per supportare questa analisi. Insomma, è proprio a partire da oggi che si potrà definire il futuro del settore.
Non importa quindi verso quale comparti si guardi, i tentacoli dell’intelligenza artificiale stanno arrivando ovunque e iniziano a sentirsi i benefici. Per rimanere competitivi nel lungo termine, è quindi fondamentale investire da oggi in aziende che abbracciano la rivoluzione tecnologica e sappiano sfruttarla al meglio. Infatti, secondo Gabriella Berglund, Branch manager di Comgest Italia, “decidere di seguire un treno in corsa potrebbe non essere sufficiente per capitalizzare questo sviluppo, è necessario saltare subito a bordo”. In tal senso, il mercato offre tante diverse opportunità: dai produttori di semiconduttori come TSMC e ASML, alle aziende produttrici di software potenziati con l’AI per la consulenza, come Accenture, passando anche per i giganti del settore del retail che utilizzano casse intelligenti e tessuti tecnologici e per le grandi aziende sanitarie, come Intuitive Surgical, che hanno introdotto la chirurgia robotica e, perchè no, anche per il settore immobiliare grazie al crowdfunding. Come suggerito da Simone Putignano, CFO e Co-Founder di Recrowd, infatti lo sviluppo di piattaforme supportate dall’AI permette di democratizzare gli investimenti nel settore del real estate, permettendo agli investitori retail di partecipare a operazioni di lending crowdfunding, in modo veloce e molto intuitivo.
Chiaramente anche il settore finanziario è – e deve essere – al centro di questa transizione, giocando un ruolo cruciale nella relazione tra consulente e cliente. “Le piattaforme digitali sono ormai imprescindibili per le banche e per i consulenti che vogliono garantire una consulenza di valore, sempre più vicina alle nuove esigenze dei clienti”, ha spiegato Antonio Marangi, Vice Presidente Esecutivo di Finint Private Bank. Sono sempre di più gli investitori che si aspettano un portafoglio fatto su misura e, chiaramente, un simile processo richiede molto tempo. L’intelligenza artificiale può arrivare in soccorso, incrementando la produttività dei consulenti e permettendo di ottimizzare i portafogli in modo personalizzato, proponendo soluzioni specifiche su misura per ogni cliente.
Il valore del contatto umano non può però essere sostituito, la tecnologia è uno strumento di supporto che deve integrare le capacità del consulente. Il segreto, per Luca Giacobbe, COO di Banca Investis, è quello di bilanciare tecnologia e fattore umano, e “questa sinergia consente ai clienti di beneficiare sia di un ‘junior digital banker’ che di un consulente umano, mantenendo così un contatto personale ed empatico, ma anche un’esperienza su misura”.
Insomma, non ci sono dubbi sul fatto che le piattaforme digitali hanno dalla loro il grande pro di consentire di ottimizzare i processi, migliorando l’efficienza operativa nel settore del wealth management. Ma queste devono essere solo una parte di un ecosistema molto più grande, che supporta i consulenti. Nicola Pepè, Senior Business Development Manager di Objectway, sembra infatti convinto che un simile approccio permetta non solo di facilitare la raccolta e l’analisi dei dati, ma anche di sfruttare strumenti di machine learning e analytics per una consulenza finanziaria ancora più precisa. Il passaggio da un modello centralizzato a uno basato sulla personalizzazione rappresenta un cambiamento chiave per il settore, orientato a soddisfare a pieno il cliente. In tal senso, il valore aggiunto, ha spiegato durante il Wealth Management Summit Tommaso Migliore, CEO & Co-Founder di MDOTM Ltd, non risiede solo nell’efficienza, ma nella capacità di proporre soluzioni specifiche e su misura per ogni cliente. Questa “industrializzazione della personalizzazione” consente di offrire una consulenza tailor-made su larga scala, giustificando la spesa per i servizi di consulenza grazie a un’ottimizzazione basata su insight unici e mirati.
Insomma, anche se i rendimenti degli investimenti in intelligenza artificiale potrebbero richiedere pazienza, le prospettive di crescita nel lungo periodo appaiono solide. Settori e aziende che hanno già implementato le nuove tecnologie mostrano segnali di una trasformazione tecnologica epocale. Per gli investitori, puntare su aziende che stanno cavalcando l’onda dell’AI può rivelarsi una strategia vincente, posizionandoli in prima linea in questa nuova rivoluzione tecnologica.
Articolo tratto dal numero di dicembre 2024 del magazine We Wealth. Abbonati qui.