In questo contesto, il ruolo del consulente finanziario indipendente assume un’importanza ancora maggiore. Questo approccio consente al professionista di sviluppare strategie di investimento che riflettano le tendenze macroeconomiche globali, garantendo al contempo che le decisioni prese siano esclusivamente nell’interesse del cliente.
Spesso si è verificato che anche portafogli prudenti rispetto agli standard normativi abbiano prodotto risultati difficili da spiegare alla clientela, come ad esempio nel 2022. In quell’anno, gli italiani, grandi investitori in obbligazioni, hanno capito l’importanza di avere al proprio fianco un professionista libero di agire senza essere vincolato da logiche di “collocamento di prodotto”.
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Molti colleghi criticano la consulenza fornita dalle banche e dalle reti di distribuzione concentrandosi principalmente sui costi. Questa attenzione è dovuta al fatto che la struttura tariffaria prevalente in queste istituzioni può influenzare notevolmente il valore che gli investitori sono in grado di ottenere dai loro portafogli nel tempo. L’applicazione di commissioni di gestione annuali del 2 o 3% rappresenta una sfida significativa nella generazione di rendimenti positivi per il cliente, specialmente su un arco temporale prolungato: nel corso degli anni possono erodere una parte significativa del capitale investito, compromettendo la crescita complessiva del patrimonio. In un contesto di mercato caratterizzato da instabilità e incertezza, diventa ancora più difficile per un portafoglio generare rendimenti netti positivi.
Tuttavia, la scelta di un consulente finanziario indipendente non si giustifica solamente per la struttura dei costi più vantaggiosa. Il vero valore risiede nella libertà di implementare la propria visione, rispettando i profili di rischio. Un consulente non ha una sfera di cristallo, ma il suo ruolo professionale gli impone di seguire i mercati e di condurre analisi sui prezzi, i multipli e i tassi di sconto: i clienti nel futuro saranno sempre meno disposti ad accettare semplici spiegazioni retrospettive di fronte a risultati che non corrispondono alle loro aspettative.