Per l’azionario giapponese è stato un anno di grandi soddisfazioni, anche se la seconda metà del 2023 ha in parte rididimensionato gli entusiasmi. L’indice Topix, alla chiusura del 18 dicembre è in rialzo del 24% e, a partire da metà aprile, la sua performance da inizio anno è stata costantemente superiore a quella riportata dall’S&P 500. Con l’accelerazione di dicembre, però, la Borsa Usa ha messo la freccia, limitando il ritardo su Tokyo. Negli ultimi sei mesi (al 18 dicembre), infatti, le azioni giapponesi hanno avuto un rialzo limitato all’1,15%, contro il +7,53% di Wall Street.
Ma per il Giappone non è stato solo un anno di performance azionarie molto superiori alla media degli ultimi anni (fiutata, tra le altre cose, da Warren Buffett): protagonista è stato anche il cambio dello yen, che ha proseguito la sua caduta sulla scia della politica monetaria accomodante mantenuta da banca centrale, controcorrente rispetto a quanto avvenuto in America e in Europa.
Da inizio dicembre, però, la musica è cambiata. Nell’ultimo mese, al 18 dicembre, l’euro ha perso sullo yen il 4,18%. La tendenza è proseguita dopo le riunioni di Fed e Bce, dalle quali è divenuto chiaro che la stretta monetaria è ufficialmente conclusa per entrambe le banche centrali.
Banca del Giappone, un altro anno controcorrente
Secondo le attese degli analisti, la banca del Giappone sarà l’unica a muovere in direzione restrittiva nel 2024, mentre la narrazione di Fed e Bce volge rapidamente verso la nuova fase accomodante. Questo ha spinto decisamente al rialzo le attese sullo yen: entro il primo trimestre del 2024, si legge nell’outlook valutario di Ing, l’euro dovrebbe scendere sullo yen a quota 151,20, con ulteriori cali nei mesi successivi. La previsione Ing per fine 2023, a 158,36, sembra essere già stata ampiamente anticipata dai mercati, avendo superato tale soglia già lo scorso 5 dicembre. Lo yen, dunque, si sta rivalutando più in fretta del previsto, colpendo le azioni nazionali più sensibili alla domanda dall’estero, penalizzate da uno yen più caro. Il titolo Toyota, ad esempio, ha perso quasi il 10% nel mese al 15 dicembre (pur mantenendo un rialzo del 44,5% da inizio anno.
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Azioni giapponesi, come muoversi nel 2024
Il momento magico delle azioni giapponesi potrebbe essere finito? Secondo il market analyst di eToro, Gabriel Debach, è presto per dirlo – non essendo altrettanto convinto, fra le altre cose, che il futuro dello yen sia già scritto.
“Il recente dibattito sulla possibile rivalutazione dello yen, in risposta a un potenziale aumento dei tassi in Giappone, ha attirato già l’attenzione dei mercati”, ha dichiarato a We Wealth in un’intervista scritta, “tuttavia, è prudente sottolineare che questa tendenza potrebbe essere di breve durata, considerando le sfide strutturali che il Giappone affronta, in particolare il suo elevato rapporto debito pubblico/Pil del 239,4% e il rapporto del debito finanziario sul Pil del 205%”. Per tali ragioni, ha affermato Debach il posizionamento anticipato sulle politiche restrittive della Banca del Giappone potrebbero rivelarsi una fiammata di breve durata.
“Un significativo incremento dei tassi potrebbe scatenare un effetto a cascata, impattando i conti del governo e i titoli detenuti dal sistema finanziario, si pensi a quanto osservato con le banche regionali americane dopo l’incremento dei tassi statunitensi”, ha proseguito Debach, suggerendo che le mosse della banca centrale Giapponese potrebbero essere meno restrittive del previsto.
Investire in Giappone anche nel 2024, allora? “Rimane un mercato interessante per gli investitori retail, ma è consigliabile una valutazione oculata, considerando le possibili variazioni nella politica monetaria”, ha dichiarato Debach, “gli sforzi della BoJ nel rallentare il controllo della curva dei tassi sembrano non essere sufficienti, aumentando il rischio di una revisione delle politiche nel prossimo futuro. Aspettative e realtà potrebbero divergere creando volatilità sul paniere”.