La robusta macchina dell’economia tedesca ha perso colpi, e l’integerrima reputazione teutonica sulla probità delle finanze pubbliche, basata sulla famosa equazione “Schuld=debito=colpa”, è stata scalfita da uno scandalo contabile sulle cifre del bilancio. Sebbene lo scandalo possa sembrare grave, in realtà è meno scandaloso di quanto possa apparire.
Ricapitolando, dopo l’invasione russa dell’Ucraina a fine febbraio dell’anno scorso, il Cancelliere tedesco Olaf Scholtz ha istituito un fondo speciale da 100 miliardi di euro per modernizzare le forze armate della Germania. Poco dopo, ha annunciato ulteriori erogazioni per 200 miliardi di euro per alleviare i costi dell’energia che gravavano su imprese e famiglie. Già nel 2020, sotto l’imperversare del Covid, il governo della Merkel aveva stanziato 150 miliardi. Dove sono finiti questi fondi? Erano iscritti nei “Sondervermoegen”, traducibile come “fondi speciali”.
La Corte dei Conti tedesca, composta da esperti di codici e pandette e non da economisti, contesta questi stanziamenti, sostenendo che i fondi nel “Sondervermoegen” dovrebbero far parte del bilancio, contribuendo così ad aumentare il deficit.
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La Querelle della Corte dei Conti Tedesca
Per comprendere la querelle, è necessario fare un passo indietro e comprendere due concetti di bilancio pubblico: “di competenza” e “di cassa”. Le transazioni all’interno di entrambi i bilanci si suddividono in poste correnti, in conto capitale e finanziarie. Il Parlamento approva principalmente un bilancio di competenza, che sono gli stanziamenti, ovvero le intenzioni di spesa. Tuttavia, questi stanziamenti sono pieni di rimandi che diventano “residui passivi”, e non si sa quando si trasformeranno in impegni reali ed erogazioni effettive.
La contabilità nazionale, basata sul principio contabile anglosassone della “substance over form”, è essenziale per comprendere quanto effettivamente lo Stato incassa e spende. Il Conto economico della Pubblica amministrazione è essenzialmente un conto di cassa, ma differisce dal “conto profitti e perdite” delle aziende. La differenza risiede negli investimenti, che non fanno parte del conto profitti e perdite, ma gravano sul saldo del conto economico della Pubblica amministrazione. Questo saldo può essere declinato ulteriormente in saldo primario (escludendo gli interessi) e saldo strutturale, stimando quale sarebbe il saldo se l’economia fosse in equilibrio.
Tornando alla Germania e alla Corte dei Conti, quest’ultima può avere ragione nel dire che i Fondi speciali dovrebbero far parte del bilancio da sottoporre al Parlamento, ma non ha ragione nel suggerire che ciò violerebbe i limiti costituzionali. Questi limiti sono espressi in termini del conto della PA, dove conta ciò che è effettivamente speso e non gli stanziamenti.
Christian Lindner, il ministro delle Finanze, potrebbe sostenere che si tratta di una tempesta in un bicchiere d’acqua. In ogni caso, la querelle mette in luce un problema di trasparenza: è troppo facile annunciare spese significative quando si sa che quei soldi non saranno spesi tempestivamente. Si sta cercando di accontentare l’elettorato mostrando forza finanziaria, piegando nel contempo la gestione della finanza pubblica a fini elettorali.