Sorare, la piattaforma che consente di collezionare carte giocatore virtuali e affrontare gli altri utenti online grazie alla tecnologia blockchain e agli Nft, ha generato solo quest’anno un giro d’affari per oltre 130 milioni di dollari
Portale: “Gli Nft sono una sorta di gettoni virtuali che si basano su una tecnologia molto innovativa, la tecnologia blockchain. Nascono nel 2017 con il fenomeno dei CryptoKitties. Ma nel 2021 abbiamo registrato una rinnovata attenzione a livello mediatico”
Gli Nft sono una sorta di gettoni virtuali (unici e irripetibili sul mercato) che si basano su una tecnologia molto innovativa, la tecnologia blockchain. Nascono nel 2017 con il fenomeno dei CryptoKitties, gattini digitali in forma di Nft facenti parte di un gioco creato dalla società canadese Dapper Labs, che arrivarono a essere scambiati per centinaia di migliaia di dollari. Hanno continuato a essere utilizzati nel corso degli anni, ma nel 2021 abbiamo registrato una rinnovata attenzione a livello mediatico perché alcuni attori del mondo dell’arte hanno iniziato a scambiare Nft legati al mondo artistico, appunto, per milioni di dollari. Un’attenzione che ha fatto sì che soprattutto negli ultimi mesi anche il mondo dello sport abbia iniziato a chiedersi in che modo sfruttare questi strumenti innovativi. Primo fra tutti l’Nba, che attraverso gli Nft ha consentito agli utenti di scambiare alcune delle più importanti azioni del basket americano (si parla degli “Nba top shots”, brevi video highlight di partite di basket certificati dalla Lega Nba, ndr). Quanto al calcio, sono nate invece una serie di iniziative legate ai fan token, che permettono di arricchire l’esperienza dei tifosi.
In che modo saranno utilizzati nell’ambito della partnership Sorare-Liga?
Sorare nasce come una piattaforma che consente di gestire il fantacalcio in modalità virtuale, permettendo ai tifosi di scambiare valore attraverso gli Nft, vale a dire delle carte collezionabili limitate (ne vengono distribuite 100 di ogni giocatore classificato come “raro”, 10 come “super raro” e uno per ogni giocatore considerato “unico”, per squadra e per stagione, ndr). Si tratta di una tipologia di accordo che permette da un lato alle società sportive di guadagnare dall’utilizzo del loro brand e dall’altro di creare un tam tam mediatico attorno a esse. Ma non è l’unico modo per utilizzare i token, anzi. Il Barcellona, per esempio, ha lanciato i propri token con l’obiettivo di creare un legame speciale con i propri tifosi, garantendo per esempio l’accesso alla vendita anticipata dei biglietti.
Di che opportunità d’investimento stiamo parlando?
È un investimento molto rischioso, nel senso che questi token per la legge del mercato godono oggi di valorizzazioni molto alte, ma nessuno può assicurare che un giorno potranno essere rivenduti allo stesso valore. Però è anche un investimento che, con delle logiche di breve periodo, può permettere al tifoso di accedere a servizi in più e modalità in più per interagire con la propria squadra.
Quali sono le prospettive per il settore? E a quali rischi prestare attenzione?
Credo che gli Nft stiano dimostrando di essere uno strumento molto interessante e inesplorato, che aprirà opportunità in diversi ambiti, non solo in quello calcistico e dello sport ma anche dell’arte, del digitale e della musica. Siamo solo all’inizio. Ma bisogna stare attenti a distinguere gli aspetti positivi da quelli un po’ meno positivi. Nel loro ciclo di vita, è importante ipotizzare, studiare, capire e comprendere quali sono le opportunità che questi strumenti offriranno nel momento in cui magari potranno cambiare le condizioni di contorno. Alcuni numeri, oggi, sono forse anche troppo esagerati perché c’è troppo hype mediatico. Tuttavia, le società sportive stanno vivendo questo fenomeno in modo meno speculativo di quanto avvenga nel gaming, con una visione un po’ più strutturata. In un momento in cui gli stadi si sono svuotati è un meccanismo interessante (seppur non l’unico) per mantenere e costruire un rapporto privilegiato con i propri tifosi. Quindi sono convinta che questo trend continuerà. Ma farlo rimanere una moda o farlo diventare un cambiamento strutturale dipenderà da come le società sportive saranno in grado di gestirlo al meglio, in termini di servizi aggiuntivi offerti.