Per Economia Reale si intende quella serie di investimenti sui mercati privati, sia sul piano Equity che sul piano del Debito, per sostenere società non quotate.
Le società non quotate in borsa, le cui azioni non sono scambiabili liberamente sui mercati finanziari, costituiscono la grande maggioranza di quell’ecosistema di piccole e medie imprese attive nella produzione, nella distribuzione e nel consumo di beni e servizi tangibili.
In altre parole, l’Economia Reale riguarda attività economiche concrete (es. produzione di beni fisici, fornitura di servizi come trasporto, assistenza sanitaria e istruzione, etc.) che sono il motore dell’economia nel suo complesso.
I mercati privati includono Private Equity, Venture Capital e Private Debt.
Il Private Equity definisce l’attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, con l’obiettivo di far crescere l’impresa, rilanciarne il business o salvarla da condizioni di stress finanziario, ai fini della sua acquisizione o della sua quotazione entro un periodo di medio-lungo termine, ottenendo un importante risultato finanziario sia per l’azienda che per gli investitori.
Il Venture Capital eroga finanziamenti a start up e imprese emergenti con un alto potenziale di crescita e di successo. Con l’avvento dell’era digitale il Venture Capital è diventato sempre più importante, con la crescita di investimenti in aziende ad alta tecnologia, società di software, internet e altre industrie in crescita. L’ecosistema di start up italiano è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei (UK e Francia su tutti), anche se registra un aumento importante della sensibilità degli investitori e degli afflussi di capitali.
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Il Private Debt si focalizza su strumenti finanziari di debito emessi dalle imprese tra cui obbligazioni e finanziamenti, sotto forma di trattativa privata. Gli strumenti di Private Debt comprendono numerose soluzioni alternative, dai minibond al direct lending, dalle cartolarizzazioni al rescue financing. Con l’avvento dei mercati finanziari moderni, il debito privato ha iniziato a crescere come alternativa al finanziamento tramite il mercato pubblico (le obbligazioni quotate) e al debito bancario, e i grandi player dei mercati finanziari globali si stanno sempre più spostando sul Private Debt.
Investire in Economia Reale vuol dire sostenere l’industria italiana e allo stesso tempo investire in uno strumento dal rendimento alto: l’Internal Rate of Return (IRR) netto mediano dei fondi di Private Equity nel 2022 è del 20,65% all’anno su un orizzonte di tre anni e di 14,26% sui 10 anni (Global PitchBook Benchmarks). Questo ritorno, superiore a quello offerto dai mercati quotati, è dovuto all’illiquidità dello strumento, ovvero all’impossibilità di uscire dall’investimento in qualsiasi momento si voglia.
Su un periodo temporale di dieci anni persino l’oro, esempio di investimento “tangibile” e di bene rifugio per eccellenza, ha sottoperformato rispetto ai mercati privati registrando “solo” un 9% circa annualizzato (Borsa Italiana, periodo 2009-2019).
Su molti strumenti di Economia Reale è inoltre applicabile l’agevolazione fiscale sugli investimenti “PIR compliant”, che sostengono aziende italiane e che godono dell’esenzione delle imposte sul Capital Gain e sulla successione.
Questi strumenti di investimento sono una fonte di capitale necessario per lo sviluppo delle PMI (piccole e medie imprese) domestiche, che possono avere difficoltà ad accedere a finanziamenti attraverso il canale bancario tradizionale e con la necessità di espandersi e innovarsi. Si favorisce inoltre la creazione di nuovi posti di lavoro: da una analisi su 159 società, i cui fondi di economia reale sono tutt’ora attivi, emerge che, dalla data dell’investimento ad oggi i posti di lavoro delle PMI sono aumentati del 34%. (McKinsey Global Private Market).
A proposito di tangibilità, Azimut ha da poco lanciato PICKABU’, la piattaforma digitale che offre a chiunque si registri promozioni e sconti su alcune delle PMI investite dai suoi fondi di Economia Reale.
In questo modo si offre agli investitori la visibilità delle aziende che hanno contribuito a sostenere e rilanciare, potendone condividere i vantaggi commerciali.