I prossimi saranno mesi o forse anni complicati. Sarà difficile per imprese e famiglie mantenere ricavi e redditi
I rischi che possono minare o distruggere il nostro patrimonio sono molteplici e insidiosi. Se non siamo preparati, il panico può prendere il sopravvento
A breve l’emergenza cambierà forma: da dramma sanitario si evolverà in una crisi economica senza precedenti in tempi di pace.
Al contempo, il patrimonio aziendale e/o personale potrebbe essere stressato da vari agenti. La protezione del patrimonio sarà l’elemento chiave per la tenuta del singolo e della comunità.
Solo proteggendo il patrimonio avremo un capitale a cui appoggiarci e da cui ripartire: la sua sicurezza è la chiave di volta per sostenere il benessere delle famiglie e consentire di superare questa fase di turbolenza.
I rischi che possono minare o distruggere il nostro patrimonio sono molteplici e insidiosi. Se non siamo preparati, il panico può prendere il sopravvento.
Il primo rischio è la discesa dei prezzi degli asset finanziari. I cali di Borsa o dei prezzi dei titoli di Stato, fortemente enfatizzati dalla stampa con i soliti “bruciati 1000 miliardi….”, “Lunedi, martedì, mercoledì NERO della Borsa di …”, “Crolla Milano…”, sicuramente sono tra le notizie che più angosciano il risparmiatore.
La tentazione di non investire e lasciare tutto sul conto corrente è forte, ma questa non è un’opzione.
Il conto corrente nel lungo termine è una perdita certa. Bastano venti anni di inflazione anche modesta (2%) per dimezzare il potere di acquisto del capitale.
Anche investimenti troppo prudenti diventano nel medio lungo termine i più rischiosi perché ci espongono ad una perdita certa.
La preoccupazione, che limita le nostre scelte di investimento, sorge spesso per tre motivi: non so per chi investo, non so perché investo, non so in cosa investo. “L’investitore zen” deve invece trovare dentro di sé le motivazioni per cui vale la pena investire.
Definire lo scopo del risparmio ne rende più efficace la gestione. Dare un nome ai nostri soldi ci aiuterà a mantenere saldi i propositi e le strategie di investimento che ci siamo dati.
Difficilmente andrò a bloccare un piano di investimento per mio figlio o mio nipote, o per la mia pensione.
Al contempo è corretto esplicitare la motivazione dell’investimento. Voglio avere il denaro per consentire a mio figlio di fare un Master all’estero, per godermi la pensione concedendomi qualche sfizio, oppure per aggiungere il mio contributo al patrimonio accumulato dalla mia famiglia.
Definiti così degli obbiettivi personali chiari, sarà più facile individuare la strategia più adatta per investire i propri risparmi.
L’asset allocation, ovvero ciò che inserisco all’interno del mio portafoglio, dovrà rispondere a queste esigenze di vita. Ma quante volte è così nella realtà, soprattutto quella italiana?
Molto raramente. Spesso i portafogli sono composti dall’obbligazione della Banca sotto casa, da qualche titolo di stato, azioni della banca, Eni, Enel, Telecom e magari qualche polizza. Non esiste una visione chiara.
Nella mia esperienza, una buona base di partenza per un portafoglio solido è il noto “All Weather” di Ray Dalio, costruito per far fronte alle diverse stagioni dei mercati.
Dalio si concentra su crescita e inflazione come variabili fondamentali del mercato e individua quali possono essere gli strumenti che funzionano bene nelle varie fasi.
I vari mattoni vengono poi combinati in modo che, in base ai dati storici in nostro possesso, il portafoglio possa reggere a qualunque scenario.
Inevitabilmente, nei diversi cicli del mercato alcuni settori del portafoglio andranno bene, altri meno, ma il capitale non si distruggerà mai, anzi crescerà nel tempo, mantenendo il potere di acquisto dei nostri risparmi.
Se abbiamo ben chiaro per chi investiamo, perché investiamo, come investiamo, non ci sarà crisi o crollo che ci farà paura. Assieme al nostro portafoglio avremmo così reso più forti anche noi stessi.