Investire in Btp sul mercato secondario – al di fuori dei collocamenti riservati al retail – comporta una differenza cruciale: il prezzo di acquisto non è sempre pari a 100. Il rimborso, invece, lo è sempre. Questo significa che se si acquista un titolo sotto la pari, si realizzerà una plusvalenza alla scadenza. Al contrario, acquistando sopra la pari, si incasserà meno di quanto si è pagato.
Nulla di anomalo: se un Btp scambia sopra la pari, è perché offre cedole superiori rispetto ai nuovi titoli emessi. Il rendimento lordo complessivo si adegua alle condizioni di mercato. Tuttavia, è il trattamento fiscale a modificare sostanzialmente la convenienza tra due titoli simili.
Infatti, a parità di rendimento lordo, un Btp acquistato sotto la pari risulta fiscalmente più efficiente: la plusvalenza è tassata al 12,5%, come le cedole. Diverso il discorso per chi compra sopra la pari: la perdita in conto capitale genera una minusvalenza compensabile solo entro quattro anni e solo con plusvalenze su titoli o certificati, non con guadagni realizzati da fondi ed Etf.
Una questione attuale nel 2025
Il tema è particolarmente rilevante in questa fase di mercato. Con il calo dei rendimenti rispetto ai massimi del 2023, molti titoli emessi negli anni passati oggi scambiano sopra la pari. Prendiamo ad esempio i Btp con scadenza intorno al 2030.
Nel giugno 2024, il rendimento di un titolo a cinque anni era intorno al 3,40%. Oggi, a un anno di distanza, si è ridotto al 2,67%. Risultato: molti Btp emessi lo scorso anno con scadenza medira ora trattano sopra la pari.
Il confronto tra due Btp simili
- IT0005383309: scadenza 1 aprile 2030, cedola 1,35%, prezzo di mercato 94,79.
- IT0005024234: scadenza 1 marzo 2030, cedola 3,50%, prezzo 104,57.
Entrambi verranno rimborsati a 100. Il primo genera una plusvalenza di 5,21 euro ogni 100 euro investiti. Il secondo comporta invece una minusvalenza di 4,57 euro.
A livello di rendimento netto annuo (al netto di imposte su cedole e capital gain):
- Il Btp sotto la pari offre un rendimento netto annuo stimato intorno al 2,33%.
- Il Btp sopra la pari si ferma al 2,03%, con l’aggravante che la minusvalenza può essere compensata solo se il risparmiatore ha plusvalenze di natura finanziaria realizzate su altri titoli nei successivi quattro anni.
Una strategia non per tutti
Alcuni investitori esperti, pur investendo principalmente in fondi ed Etf per ragioni di diversificazione, mantengono anche portafogli di singole azioni o obbligazioni proprio per avere margine di manovra in caso di minusvalenze da compensare. Tuttavia, non è una pratica comune tra i piccoli risparmiatori.
Inoltre, nonostante il Parlamento italiano abbia delegato una riforma per superare la distinzione tra redditi di capitale e redditi diversi, questa non è ancora entrata in vigore. La separazione fiscale tra le due categorie continua dunque a generare effetti distorsivi.
Meglio la cedola bassa, se il prezzo è giusto
La conclusione è chiara: se non si ha la certezza di poter utilizzare la minusvalenza fiscale, è preferibile scegliere titoli sotto la pari, anche a fronte di cedole più basse. La differenza, nel lungo periodo, può incidere sensibilmente sul rendimento netto effettivo del portafoglio.
Domande frequenti su Btp, conviene comprarli sopra o sotto la pari?
Acquistare un Btp 'sopra la pari' significa pagare un prezzo superiore a 100 per il titolo. Alla scadenza, il rimborso sarà comunque pari a 100, comportando una differenza negativa tra il prezzo pagato e l'importo ricevuto.
Acquistare un Btp 'sotto la pari' implica pagare un prezzo inferiore a 100. Alla scadenza, il rimborso avverrà a 100, generando una plusvalenza per l'investitore.
Un Btp viene scambiato 'sopra la pari' perché offre cedole più alte rispetto ad altri titoli comparabili sul mercato. Questo rende il titolo più attraente, spingendo il suo prezzo al di sopra del valore nominale.
La differenza principale è che sul mercato secondario il prezzo di acquisto di un Btp può variare rispetto al valore nominale di 100, mentre nei collocamenti riservati al retail (mercato primario) il prezzo è generalmente fissato.
L'articolo suggerisce di valutare attentamente il rapporto tra il prezzo di acquisto e la cedola offerta. Una cedola bassa potrebbe essere preferibile se il prezzo del Btp è adeguatamente scontato.