Di megatrend sappiano tutto o quasi. La popolazione che invecchia e necessità di maggiori cure ma anche, poiché aumenta l’età adulta in cui si è in salute, di nuove fonti di benessere e leisure. Le città che diventano più affollate e devono centellinare le risorse, quindi necessitano di edifici a risparmio energetico e di sensori capaci di leggere i dati per evitare sprechi e intasamenti. E le periferie che rivivono ma richiedono infrastrutture fisiche e digitali per non restare tagliate fuori dal cuore pulsante. E ancora, le classi medie degli ex emergenti, come la Cina, che prendono forma e esercito una domanda nuova di prodotti e servizi. E potremo continuare: nelle pieghe di tutti questi temi ci sono problemi da gestire ma anche grandi occasioni da cogliere. Quali? Ne abbiamo parlato con Stefano Caselli, prorettore dell’Università Bocconi che ci ha fornito un angolo di visuale originale. “Intanto – dice Caselli – Il ritmo con cui tutti i megatrend descritti evolveranno sarà dato dalla corretta implementazione della Next Gen Ue, che farà da guida almeno nel Vecchio Continente”. Se guardiamo ai settori industriali, ce ne sono due in particolare che sono destinati a essere travolti dal cambiamento: e sono quello bancario e quello delle costruzioni.
“Sul fronte delle banche – continua Caselli – ci sono due angoli visuali. Due megatrend che andremo a leggere nei prossimi anni e che sono in parte collegati: ovvero il consolidamento definitivo dei sistemi bancari europei e loro trasformazione”. Sul fronte del consolidamento definitivo, parzialmente già completato sui diversi territori nazionali, “a breve si darà il via anche a operazioni di M&A cross border europee perché il sistema è il più frammentato del mondo e mi aspetto che l’industria bancaria verrà smontata e rimontata in modo diverso”, continua Caselli. “Il concetto di banca tradizionale lo vedo destinato a morire: la banca farà asset management, investment banking e farà attività retail, ovvero credito al consumo, gestione del risparmio, servizi di pagamento”. Verranno dunque premiati i business delle banche specializzate in uno dei tre settori, o le banche generaliste che si spostano su queste aree dall’attività più tradizionale di raccolta dei depositi: ovvero, sostanzialmente, banche sistemiche o challenger bank.
“L’altra faccia della medaglia è la digital disruption del sistema finanziario, di cui stiamo sperimentando gli assaggi – continua Caselli – Nel mondo in cui la banca centrale europea lancerà l’euro digitale, il sistema finanziario avrà compiuto la sua metamorfosi in ottica blockchain. La blockchain elimina costi fissi tagliando fuori tutti gli attori che si basano su di essi per costruire i propri margini”. Questo ha due grandi conseguenze: quello di consentire agli operatori che hanno un forte dominio della tecnologia di entrare nel mercato finanziario a pieno titolo, che sino Apple o Tesla, lo vedremo nei prossimi due anni. “Oppure quello di vedere operatori già nella tecnologia blockchain, che si specializzano ancora di più lavorando esclusivamente per la finanza”.
Rispetto a questi megatrend, secondo il prorettore, le banche italiane si stanno muovendo in modo chiaro. “Almeno sul fronte del consolidamento: il sistema italiano è in fase di posizionamento corretto ed è un sistema robusto. Sul trend blockchain invece c’è un grande punto di domanda su quanto l’Europa è pronta. Se ci vorranno anni l’Europa ha già perso: dobbiamo fare alla svelta. Ci sono buone speranze di riuscire, è di qualche giorno fa la notizia dell’utilizzo sperimentale intraday dell’euro digitale di Societé Génerale”.
Il terzo megatrend “industriale” riguarda le costruzioni. “Il tema si innesca dagli Usa, che hanno un bisogno mostruoso di modernizzare le loro infrastrutture fisiche, che sono le più vecchie in assoluto. In Usa non c’è alta velocità, solo per fare un esempio. E non stupisce dunque che Joe Biden abbia stanziato 1900 miliardi di dollari su questo fronte”. Ma il trend è globale: “l’Europa ha bisogno dal canto suo necessita di essere ancora più connessa. L’Asia è a macchia di leopardo, con la Cina che ha moltissime infrastrutture moderne e l’India molto più arretrata. In Sud America è un sistema in costruzione e l’Africa è terreno vergine”. Si tratterà di costruire infrastrutture sostenibili, altamente tecnologiche e con dotazione di sensori e sistemi di analisi dei dati, ma di costruzioni fisiche di cui si potranno avvantaggiare i grandi contractor internazionali.
(articolo pubblicato sul numero di luglio/agosto del Magazine We Wealth)