Dall’inizio dell’anno le azioni europee del settore difesa e aerospazio hanno superato di quasi quattro volte le performance del mercato azionario nel suo complesso, con un risultato del 27,3% che si confronta con il 7,2% realizzato dalle azioni europee. E negli ultimi 12 mesi, al 29 maggio, la performance del settore difesa tracciato dall’indice Stoxx Defence è stata del 49,5% contro l’11,3% dello Stoxx 600. Di conseguenza, i due Etf tematici legati alla difesa disponibili in Italia (uno di VanEck, l’altro di HANetf), che complessivamente gestiscono oltre 1 miliardo di euro, hanno registrato in sei mesi performance positive, superiori al 29%.
Sale la pressione politica per un supporto più diretto all’Ucraina
Nell’ultima fase del conflitto alcuni fra i più influenti leader europei sembrano intenzionati a proseguire il supporto al Paese con un impegno militare più diretto, che potrebbe sostenere ulteriormente questa tendenza storicamente favorevole al riarmo. Martedì 28 maggio il presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato nel corso di una visita in Germania al fianco del premier tedesco, Olaf Scholz, che “dobbiamo consentire all’Ucraina di neutralizzare i siti militari da cui vengono lanciati i missili” sul suolo russo – utilizzando le armi fornite dai Paesi europei. Anche se il tema resta divisivo, altri paesi europei e Nato, fra cui Regno Unito, Polonia, Finlandia e le repubbliche baltiche, si sono detti favorevoli a consentire attacchi oltre confine, nonostante i rischi di rappresaglie da parte della Federazione russa. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, interrogato sul punto, ha dichiarato che i divieti che alcuni Paesi hanno posto sull’utilizzo delle armi inviate oltre i confini dell’Ucraina dovrebbero essere riconsiderati “non solo alla luce del fatto degli sviluppi della guerra che ora si sta svolgendo lungo il confine” con la Russia.
Lo stesso Macron, in un discorso tenuto a fine aprile all’Università La Sorbona, aveva dichiarato che “non c’è difesa senza un’industria della difesa… abbiamo avuto decenni di sotto-investimenti… Dobbiamo produrre di più, più in fretta e dobbiamo produrre come europei”.
La corsa del settore difesa in Borsa: le azioni chiave
Si tratta di una retorica che arriva dopo una corsa forsennata per alcune delle maggiori azioni legate agli armamenti in Europa. We Wealth aveva indicato nel marzo 2022 le possibilità di un traino strutturale a favore delle azioni del settore difesa, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Dall’invasione del 24 febbraio 2022 a oggi il titolo della tedesca Rheinmetall, nota per i mezzi corazzati Leopard, ha guadagnato il 416%, crescendo in questo arco temporale ancor di più del titolo Nvidia – la star dei chip utilizzati per l’intelligenza artificiale. L’italiana Leonardo, leader mondiale negli elicotteri, ha guadagnato il 244%, mentre la britannica BAE Systems ha segnato un +116% e la francese Thales +85%. Per fare un confronto, l’S&P 500 nello stesso periodo ha guadagnato il 23%.
“Il settore della difesa europeo continua a registrare un’impressionante crescita in borsa anche in questo 2024. Tra i giganti del settore, con una capitalizzazione superiore a 10 miliardi di dollari ed un’esposizione al mercato militare superiore al 30%, la norvegese Kongsberg emerge come leader indiscusso con un incremento del 93,21% nel valore delle sue azioni, grazie anche ai suoi rinomati sistemi di difesa missilistica e tecnologie marittime”, ha dichiarato a We Wealth il market analyst di eToro, Gabriel Debach, ricordando le solide performance anche nel 2024 della già citata Rheinmetall. “Analizzando il gruppo di aziende europee del settore difesa qui elencate, tutte con capitalizzazioni di mercato superiori ai 10 miliardi di dollari e una forte esposizione al mercato militare, emerge una media di rendimento da inizio anno di circa il 50%”, ha aggiunto Debach, “questo dato riflette la resilienza e la robusta domanda in un contesto globale dove la sicurezza e la difesa sono diventate priorità crescenti”.
“Le esportazioni di armi dell’Italia sono aumentate dell’86% negli ultimi tre anni”, ha ricordato Tom Bailey, Head of ETF Research di HANetf. Inoltre, “i Paesi europei hanno quasi raddoppiato le importazioni di armi tra il 2014-2018 e il 2019-2023, con un aumento degli acquisti del 94%. Circa il 23% di questi è stato trasferito all’Ucraina, per aiutarla a difendersi dall’invasione della Russia”.
La difesa ha spazio per correre ancora: analisti positivi
“La spesa europea per la difesa non sembra mostrare segni di rallentamento”, ha aggiunto Bailey, ricordando come solo 18 dei 31 membri della Nato abbiano già raggiunto l’obiettivo minimo di spendere in difesa risorse pari almeno al 2% del Pil. Bailey, oltre ai nomi già citati, ha indicato i risultati positivi della francese Safran (+33% da inizio anno) che “grazie ai nuovi contratti con il Ministero della Difesa britannico per i motori degli elicotteri Merlin e con la Royal Air Maroc per la manutenzione dei motori”.
“Credo sia possibile immaginare una prosecuzione della performance. L’Europa sta attraversando un superciclo di spesa, dopo decenni di sottoinvestimenti”, che saranno compensati da nuovi piani di spesa, ha affermato Debach. “Le imprese leader nel settore, come Rheinmetall e BAE Systems, sono ben posizionate per beneficiare di questi aumenti di spesa, grazie alla loro stretta collaborazione con i governi e alla loro capacità di fornire sistemi e tecnologie avanzate… Proprio Rheinmetall è l’azienda che vede il maggior potenziale upgrade tra gli analisti, con un target medio del +9,85% dalle quotazioni attuali (aggiornate al 28 maggio)”.