Turbolenze post crack Svb: implicazioni su banche, economia e mosse Fed

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Il fallimento di Silicon Valley Bank ha riacutizzato l’incertezza sui mercati e dovrebbe indurre la Federal Reserve a una maggiore prudenza nella politica monetaria. PGIM si attende che nel breve termine l’attenzione sarà su ripristino fiducia tra gli investitori e ricadute su economia reale

Il rapido intervento delle autorità statunitensi, con la Federal Reserve in prima linea, ha placato in parte il nervosismo dei mercati dopo il fallimento di Silicon Valley Bank (Svb), il più importante dai tempi della crisi finanziaria del 2008 e il secondo maggiore crack bancario per dimensioni nella storia degli Stati Uniti.

Sconosciuta al grande pubblico e non abbastanza grande per entrare nel novero delle ‘too big to fail’, la Silicon Valley Bank era la 16esima maggiore banca statunitense e il suo modello di business poggiava sul finanziamento delle start up tecnologiche.

Cosa è successo

Il repentino aumento dei tassi d’interesse nel corso dell’ultimo anno ha notevolmente ridotto i flussi finanziari da parte dei venture capital e le start up – una base clienti chiave per Svb – hanno iniziato a ritirare i loro depositi. La Silicon Valley Bank si è così trovata sotto pressione e ha predisposto un piano per raccogliere quasi $ 2 miliardi per finanziare i rimborsi, provocando un crollo del 60% delle azioni giovedì 9 marzo e una accentuata corsa agli sportelli a prelevare i depositi.

 La Federal Reserve e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sono intervenuti per garantire i depositi non assicurati presso la Svb e un’altra banca fallita, la Signature Bank. I regolatori hanno anche creato una nuova struttura di prestito, con l’obiettivo di contenere le ricadute.

 “In generale, il fallimento di SVB, Signature Bank e Silvergate Bank sembra essere il risultato di depositi concentrati nei settori della tecnologia o delle criptovalute, nonché della classica cattiva gestione di attività e passività con una percentuale insolitamente elevata di attività detenute in titoli a reddito fisso al posto dei tradizionali prestiti bancari”, rimarcano gli esperti di PGIM Quantitative Solutions che si aspettano che i depositanti presso istituti più piccoli rivalutino la sicurezza del loro capitale, nonostante le assicurazioni della Fed e della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC).

Spostamenti significativi di depositi verso banche più grandi e stabili avrebbero conseguenze sulla solvibilità delle istituzioni più piccole. PGIM comunque sottolinea l’aspetto positivo rappresentato dal fatto che, dal lato degli attivi, la difficile situazione attuale è dovuta a un disallineamento della durata (che è relativamente più facile da correggere), piuttosto che alla qualità del credito (come accadeva durante la crisi finanziaria globale del 2008). “Le perdite non realizzate delle banche sono state in gran parte determinate dall’aumento senza precedenti dei tassi ufficiali e non da decisioni di prestito sbagliate” e quindi la ricaduta economica immediata dovrebbe essere limitata. “Tuttavia – aggiunge PGIM Quantitative Solutions – negli ultimi trimestri gli standard sui prestiti bancari si sono inaspriti e qualsiasi ulteriore misura da parte delle banche per sostenere i bilanci potrebbe tradursi in ulteriori restrizioni ai prestiti, con effetti negativi sostanziali sull’economia reale”.

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Fed costretta a più prudenza sui tassi

L’incertezza derivante dal fallimento di SVB potrebbe alterare il percorso dei tassi della Fed. Proprio nei giorni antecedenti allo scoppio del caso SVB si era rinsaldata sul mercato la convinzione che la Fed avrebbe annunciato il 22 marzo un rialzo dei tassi di 50 pb dopo che il presidente Jay Powell ha avvertito che i dati sull’inflazione più caldi del previsto potrebbero costringere i responsabili politici a essere più aggressivi. Alla luce di quanto successo le aspettative si sono calmierate e il consensus è orientato a un rialzo di soli 25 punti base e c’è anche di prospetta un nulla di fatto da parte della banca centrale statunitense.

Focus su ricadute per banche ed economia

La crisi bancaria ha di fatto aggiunto nuova incertezza alle prospettive della politica monetaria. “Mentre l’immediatezza di una crisi bancaria potrebbe dare alla Fed una scusa per sospendere gli aumenti o ridurre gli aumenti dei tassi monitorando la stabilità delle istituzioni finanziarie, la Fed probabilmente si concentrerà nuovamente sull’inflazione man mano che il nervosismo del mercato si allenterà”, è la previsione di PGIM che si aspetta nelle prossime settimane un focus dei mercati sul successo della Fed nel mantenere la fiducia tra i depositanti e gli investitori nel sistema bancario statunitense e secondariamente sui possibili impatti negativi sull’economia reale. “Indipendentemente da ciò, le conseguenze degli aumenti dei tassi di interesse della Fed, intenzionali o meno, si fanno sempre più sentire nell’economia”, conclude PGIM Quantitative Solutions.

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