Perché incorporare gli Sdgs nell’impact investing

Gestione delle esternalità, sviluppo di metriche credibili e garanzia di investire per rendere il mondo un posto migliore. Sono questi i benefici dell’inclusione degli Sdgs nell’impact investing

Gestione delle esternalità, sviluppo di metriche credibili e garanzia di investire per rendere il mondo un posto migliore. Sono questi i benefici dell’inclusione degli Sdgs, i Sustainable development goals (ovvero i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite nel 2015) nell’investimento a impatto secondo i tre impact equity portfolio manager di NN Investment Partners. Ma sarà possibile raggiungere tali obiettivi? E quale sarà il futuro dell’impact investing? Ecco la loro visione.

Esternalità, metriche e garanzia: i perché degli Sdgs nell’impact investing

“Per me, il perché dell’inclusione degli Sdgs è molto semplice. Le esternalità, ovvero i costi ambientali e sociali nascosti di un prodotto, diventeranno sempre più visibili durante i prossimi 5-10 anni”, spiega Ivo Luiten. “Una tassa sul carbonio avrebbe un impatto reale e significativo sulla redditività delle società petrolifere, ad esempio. Il concetto è lo stesso che per lo zucchero nei cibi, o per la plastica nel packaging dei prodotti. Se si includono i costi nascosti nel prezzo reale di un bene, si vedrà che nel lungo tempo scegliere la sostenibilità e addirittura più economico”.
Nono solo esternalità, tuttavia. “Gli Sdgs forniscono metriche credibili per misurare l’impatto ricercato dalle aziende”, continua Marina Iodice. “In aggiunta alla gestione delle esternalità, l’investimento a impatto è fare la differenza nel raggiungere una maggiore uguaglianza su scala globale”.
“È anche una questione di ricercare soluzioni che rendano il posto un mondo migliore”, aggiunge Huub van der Riet. “Selezioniamo quelle società capaci di allocare il capitale in scelte che affrontano i problemi della società, proprio quelli che sono identificati dagli Sdgs”.

È realistico pensare di raggiungere gli Sdgs?

Nel 2015, le Nazioni Unite fissavano il 2030 come deadline per il raggiungimento degli Sdgs. “Non so se 9 anni saranno sufficienti”, afferma Iodice, “ma tali obiettivi sono necessari. Se non ci poniamo sfide ambiziose, non potremo assicurare che raggiungeremo nulla in tempo. Quindì sì al fatto che questa timeline per gli Sdgs sembri un po’ stretta. Per raggiungerne alcuni probabilmente serviranno molto più di 9 anni. Ma se non agiamo ora, non andremo da nessuna parte”.
“Anche se il viaggio può sembrare lungo, tutto inizia con un semplice passo”, continua Luiten. “Quello che abbiamo visto è che tutte le piccole differenze si sommano a formarne una di grande nel mondo. Questo è il testamento della rilevanza dell’impact investing. Il mondo sta affrontando molti problemi, sia dal punto di vista ambientale che sociale: dobbiamo smettere di parlare e cominciare a fare”.
“Gli Sgds sono obiettivi aspirazionali necessari per risolvere le nostre attuali problematiche sociali. Alcuni di loro sono più raggiungibili e realistici di altri. Ciò nonostante è chiaro per me che necessitiamo di prendere iniziativa nel proteggere il nostro pianeta, porre fine alla povertà e garantire pace e prosperità per quante più persone possibili, se non per tutte”, aggiunge van der Riet.
Quali saranno le sfide che dovrà affrontare l’investimento a impatto nei prossimi anni? E quali le sue direzioni in futuro? “Lo scenario sta evolvendo in fretta”, spiega van der Riet. “Nei prossimi 3-5 anni sempre più aziende si allineeranno. Molte hanno già capito che la propria responsabilità nei confronti della società non è garantire rendimenti ai propri azionisti, ma creare un contributo positivo: c’è in gioco la loro reputazione ed eredità”.
“Vedremo anche differenze man mano che più società di gestione entreranno nel campo. Molte si professeranno di essere investitori a impatto perché acquistano dati da terze parti che mostrano che i loro investimenti si allineano con certi Sgds”, prosegue Iodice. “Ci saranno anche quelli davvero impegnati, come noi, che svilupperanno le proprie metodologie e coinvolgeranno le società in cui investono e che stanno provando il loro impatto attraverso i numeri. Questi saranno sempre un passo avanti”.
“Ci aspettiamo anche che l’industria si allineerà maggiormente alla reportistica sugli Sdgs. Sempre più investitori tradizionali e a impatto affronteranno pressioni dai propri clienti per questo motivo. L’allineamento non è solo una misura dell’impatto, ma un modo di mostrare che quel fondo può generarne uno (o più)”.

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