Carburanti sostenibili pronti al decollo per un volo più green

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Con la sfida climatica sempre più urgente e un traffico aereo in piena ripresa è diventata sempre più urgente la necessità di cercare un carburante più sostenibile anche per i voli. Le soluzioni possibili secondo Columbia Threadneedle Investments

Con il trasporto aereo in rinascita, dopo due anni di restrizioni per la pandemia, torna in primo piano la questione dei carburanti, non solo per i prezzi schizzati alle stelle, ma anche per le emissioni di carbonio del settore. Secondo le stime di Columbia Threadneedle Investments “i trasporti aerei rappresentano attualmente il 2,5% delle emissioni globali di CO2”, un dato che potrebbe tuttavia salire tra il 6% e il 15% entro il 2050, come sottolineato nella rivista accademica Environmental Research Letters. Quindi, mentre altri trasporti, in primis le auto, sono già in una fase di decarbonizzazione, l’aviazione è ancora ben lontana e anzi le sue emissioni di carbonio dovute alla combustione del cherosene potrebbero raddoppiare con il progressivo aumento della domanda di viaggi. Basti pensare che secondo le stime del UNWTO World Tourism Barometer, il numero di passeggeri tornerà ai livelli pre-pandemici entro il 2024.

Soluzioni sostenibili per l’aviazione

Il settore dell’aviazione sta cercando in prima persona soluzioni sostenibili per ridurre le emissioni. L’alternativa più semplice e relativamente più rapida, “è quella di sostituire la vecchia flotta aerea con modelli più nuovi ed efficienti sul piano dei consumi”, spiega Joe Horrocks-Taylor, Senior Associate, investimenti responsabili di Columbia Threadneedle. Questo è il motivo principale per cui alcune compagnie low-cost possono vantare un’intensità di carbonio inferiore rispetto alla media.

Tuttavia se si vuole ambire realmente all’obiettivo di decarbonizzazione entro il 2050, sono necessari cambiamenti ben più drastici. Alcune compagnie si stanno già attivando nella sperimentazione di aerei elettrici e a idrogeno, come Wizz Air che recentemente ha siglato un accordo con Airbus per sviluppare aerei alimentati a idrogeno. Tuttavia, i primi risultati si vedranno solo nel 2030 e “rappresenteranno soltanto il 2% del consumo energetico dell’aviazione entro il 2050”, aggiunge Taylor. Non solo. Un altro problema da affrontare è dato dal fatto che questi nuovi sistemi di propulsione potranno sostituire il cherosene solo sulle rotte a corto raggio, che costituiscono però, in Europa, solo il 27% delle emissioni di CO2 dell’industria aerea, secondo uno studio di Greenpeace.

Carburanti sostenibili come soluzione più promettente

La soluzione al centro del dibattito, sembrando anche la più promettente per la decarbonizzazione, è quella di utilizzare il Saf (Sustainable aviation fuel, ovvero il carburante sostenibile per l’aviazione). Secondo le proiezioni di Columbia Threadneedle, “questi carburanti contribuiranno a quasi la metà della decarbonizzazione necessaria al settore per raggiungere la neutralità carbonica”, infatti il Saf emette fino all’80% in meno di carbonio rispetto al cherosene tradizionale.

Il Saf principalmente in uso è prodotto da oli vegetali o rifiuti (biomasse). Negli Stati Uniti, sottolinea Taylor, “la conversione delle colture energetiche in etanolo e carburante per aerei dovrebbe rappresentare il grosso del mercato già nel breve termine”. Anche i biocarburanti rappresentano un’alternativa interessante. Aziende internazionali come Velocys, hanno l’obiettivo di produrli da fonti come rifiuti domestici e residui forestali.

“Questi carburanti, prodotti attraverso l’uso di energia rinnovabile per creare carbonio e idrogeno verde, vengono combinati per ottenere un cherosene sintetico”, spiega Taylor.

Ostacoli alla transizione verde

Nonostante il forte sviluppo, le tecnologie Saf non sembrano ancora pronte a decollare. Infatti l’ostacolo dei costi rimane molto importante: i Saf al momento costano tra le tre e le sei volte in più rispetto al cherosene tradizionale. E la produzione è ancora troppo ridotta: nel 2021 sono state prodotte 100.000 tonnellate, ma secondo le stime di Columbia Threadneedle l’offerta dovrà salire almeno a 300 milioni di tonnellate entro il 2050 e per farlo sarà necessario mobilitare tra i 1.000 e i 4.000 miliardi di dollari in investimenti. Proprio per questo è fondamentale che anche gli investitori inizino a puntare su questa transizione, così da supportare gli investimenti nel lungo, medio e breve termine.

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