Il Covid-19 sarà il Pearl Harbor di questa generazione

Cosa hanno in comune Pearl Harbor e il Covid-19? Ad ottant’anni di distanza, due eventi tragici ridefiniscono la nuova normalità e il nuovo futuro

E se il Covid-19 fosse per l’economia mondiale ciò che Pearl Harbor fu per gli Stati Uniti? È questa la provocazione lanciata da Martin Romo, gestore di portafogli azionari di Capital Group. Vediamo in che modo.

Pearl Harbor e il punto di svolta

Erano le 7.55 del 7 dicembre 1941 e l’equilibrio mondiale venne travolto per sempre: una flotta di 353 aerei della marina imperiale giapponese aprì il fuoco sulla flotta navale statunitense di base a Pearl Harbor, nelle Hawaii, in assenza una formale dichiarazione di guerra. Quello di Pearl Harbor fu un anno, il 1941, che per gli Stati Uniti significò l’ingresso nella Seconda Guerra Mondiale e la perdita di migliaia di vite, ma fu anche un punto di svolta: “le avversità estreme stimolarono l’innovazione e i cambiamenti di comportamento per contribuire ad affrontare alcune tra le più grandi sfide epocali”, spiega Romo.
“Quando è avvenuto l’attacco di Pearl Harbor, l’artiglieria statunitense era per il 75% trainata da cavalli. Eppure alla fine della guerra è iniziata l’era atomica. Questa incredibile trasformazione ha dato il via a un periodo di innovazione e crescita dell’economia degli Stati Uniti che è durato per decenni”.

Il Covid-19 come Pearl Harbor

Così il Covid-19 potrebbe essere il motore propulsore per risolvere alcune questioni critiche negli Stati Uniti. Alcuni esempi? Il costo dell’assistenza sanitaria, il sistema scolastico e il settore abitativo. I segnali di quanto questa svolta possa essere vicina, oltre che possibile, risiedono nel fatto che “abbiamo già osservato uno sviluppo miracolosamente rapido dei vaccini contro il Covid-19, con una velocità che pochi pensavano possibile. E stiamo facendo cose nella nostra vita quotidiana che non immaginavamo sarebbero potute accadere così rapidamente”.

Le nuove opportunità

Se ben sfruttata, l’accelerazione dovuta al Covid-19 potrà aprirci a una serie di nuove opportunità e gli investitori di oggi potranno essere parte attiva di questa nuova era. “Nel 2030 potremmo vivere, lavorare, studiare e giocare in un mondo radicalmente nuovo. La nostra vita potrebbe essere migliore, più ricca, più sana, meno costosa e molto più digitale, virtuale e incentrata sui dati. Molte delle tecnologie esistono già, ma credo che le aziende innovative possano sfruttare il potenziale ancora inutilizzato per pensare più in grande, impiegando tali tecnologie per la soluzione di problemi sociali”, conclude Rome.

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