Economia Usa: aspettiamo la recessione o è già passata?

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Si continua a parlare del rischio di un rallentamento economico Oltreoceano, che potrebbe creare nuovi problemi ai mercati. Ma se questa situazione fosse invece già passata? Scopriamolo insieme a Capital Group

È possibile che la recessione arrivi e passi senza che nessuno se ne renda davvero conto? Anche se sembra impossibile, secondo Capital Group la risposta è sì. Anzi, è proprio quello che è successo quest’anno negli Stati Uniti.

La recessione che molti paventano e sembrava destinata a colpire l’economia statunitense quest’anno c’è stata, ma non tutta insieme. Si è trattata di una cosiddetta “rolling recession”, ovvero una recessione progressiva, dove vari settori in momenti diversi hanno subito delle mini-recessioni, non sincronizzate tra di loro.

Alcuni esempi? L’edilizia residenziale ha subito una fortissima contrazione nel 2022, non appena la Federal Reserve ha iniziato ad alzare drasticamente i tassi di interesse, arrivando ad un crollo di quasi il 40%. Ora invece il settore abitativo sta iniziando a recuperare, a scapito di quello degli immobili commerciali.

Sempre nel 2022, il settore dei semiconduttori ha dovuto affrontare una caduta del mercato a causa delle interruzioni delle catene di approvvigionamento e di una minore domanda di chip. Quest’anno invece il comparto sembra essere partito in quarta, anche stimolato da supporti governativi.

Se queste contrazioni e riprese dovessero proseguire – spiega Jared Franz, economista di Capital Group – potremmo ritrovarci in un contesto in cui il Prodotto interno lordo statunitense non diventa mai negativo nel 2023 o 2024, scampando cosi? a una delle recessioni piu? preannunciate della storia”. 

Recessione Usa, questione di probabilità

I rischi di una possibile, anche se fugace e lieve, recessione non si sono di certo azzerati. Ma da quando a inizio anno sembrava un tornado ormai imminente, ora la probabilità che questo accada è inferiore al 50%. Ciò è stato reso possibile anche dalla forte ripresa della spesa al consumo: nonostante gli alti e bassi questa non è mai scesa sotto lo zero e a luglio si è attestata all’1,6% secondo gli ultimi dati macro (US Bureau of Economic Analysis). L’economia statunitense avanza senza troppi intoppi, con il governo federale che ha comunicato un tasso di crescita annuo del +2,4% nel secondo trimestre, un’ottima sorpresa rispetto alle aspettative del 2%. 

Senza contare il mercato del lavoro. Solitamente le recessioni sono associate a perdite di posti di lavoro su ampia scala, ma ora il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è al 3,5%, quasi il minimo degli ultimi 50 anni.

Qualche segno premonitore

Tuttavia, guardando al mercato, sono ancora visibili dei segnali che, negli anni passati, hanno portato alla recessione. Il più forte di tutti è il fatto che la curva dei rendimenti sia invertita, ovvero le obbligazioni a scadenza breve hanno un rendimento superiore rispetto a quelle a lungo termine. Questo segnale ha convinto molti economisti del fatto che una recessione sia inevitabile da qui ai prossimi due anni.

Pramod Atluri, gestore di portafoglio a reddito fisso di Capital Group, ha un’opinione ben diversa: “oggi il fattore determinante è l’inflazione elevata, un’altra condizione che mancava dagli anni ’80. I funzionari della Fed hanno chiarito che combattere l’inflazione e? la loro priorita? e oggi sembrano vicini al loro obiettivo di riportare i prezzi a livelli accettabili”.

Nei prossimi mesi possiamo già aspettarci che la Fed inizi a tagliare i tassi, non tanto perché si aspettano un’imminente recessione, bensì perché stanno ormai per raggiungere il target del 2%. Se, una volta che l’inflazione rientrerà nel target, la curva dei rendimenti continuerà a essere invertita, allora sarà il momento di iniziare a preoccuparsi e vederla come segnale per una recessione imminente.

Cosa fare con il proprio portafoglio?

La preoccupazione per il possibile arrivo di una recessione ha convinto molti investitori ad aggiustare e modificare il proprio portafoglio, spostandosi verso asset più liquidi. La situazione è cambiata molto da inizio anno e quella che sembrava una certezza ora è solo una piccola possibilità. Il consiglio è quindi quello di considerare anche le società che solitamente risentono negativamente dei timori di recessione, ma si sono dimostrate molto resilienti. Senza dubbio l’industria dei semiconduttori, quella chimica e petrolifera offrono opportunità molto interessanti, ma con la ripresa dei consumi post-pandemica anche il settore dei viaggi e del tempo libero hanno ripreso a brillare.

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