L’oro si conferma protagonista indiscusso dei mercati finanziari in periodi di crisi. Con un apprezzamento superiore a circa il 30% dall’inizio del 2024, il metallo prezioso continua a raggiungere nuovi massimi storici, grazie a dinamiche che lo posizionano come un elemento strategico nei portafogli. Entriamo nel dettaglio con Kevin Thozet, membro del comitato di Investimento di Carmignac.
Un ribaltamento dei paradigmi
Fonte: Carmignac, Bloomberg, ottobre 2024
La notevole performance dell’oro nel 2024 è stata la conseguenza diretta di una crescita costante in risposta a tre fattori principali: l’intensificazione dei rischi geopolitici, gli acquisti mirati delle Banche Centrali e l’incertezza relativa al ciclo economico globale.
“Inoltre – spiega Thozet – l’aumento dei tassi di interesse reali e l’apprezzamento del dollaro, fattori classici di indebolimento del metallo giallo, avrebbero potuto contenere la forza dell’oro, ma così non è stato”.
L’oro e il ruolo delle Banche Centrali
Le Banche Centrali hanno avuto un ruolo cruciale in questa tendenza, diversificando le proprie riserve per mitigare la dipendenza dal dollaro. Questo riflette un contesto di ritorno dell’inflazione come dato economico centrale e una crescente propensione, soprattutto nei Paesi dell’emisfero meridionale, a costruire un sistema alternativo alle tradizionali valute di riferimento.
L’oro, in questo scenario, non è più solo un bene rifugio, ma un pilastro strategico per affrontare le sfide di un panorama economico globale sempre più complesso e incerto.
“In un contesto turbolento – osserva l’esperto della casa di gestione parigina – l’oro torna quindi a essere un vettore di possibile diversificazione all’interno dell’allocazione del portafoglio, forse migliore delle valute resilienti, come il dollaro statunitense, il franco svizzero o lo yen giapponese, delle obbligazioni statunitensi o tedesche, ad oggi le obbligazioni emesse dagli emittenti sovrani con i rating migliori”.
Performance storica: un asset oltre il rischio
Ma cosa rende l’oro un asset di diversificazione efficace? Nei periodi di avversione al rischio, come quelli osservati durante la bolla di Internet (2000), la crisi finanziaria globale (2007-2008) o l’anno inflazionistico del 2022, l’oro ha dimostrato una sovraperformance non solo rispetto agli asset rischiosi, ma anche ai titoli governativi.
Un esempio lampante è rappresentato da strategie che combinano l’acquisto di oro e la vendita di obbligazioni governative statunitensi decennali. Questi approcci hanno generato rendimenti assoluti positivi, con un +100% durante la crisi del 2000 e un +30% nel 2022, compensando in gran parte le perdite registrate dai titoli azionari. Le aree verdi del grafico corrispondono alle perdite massime dei titoli azionari statunitensi.
“Infatti – spiega Thozet – i tassi a breve termine hanno un impatto più immediato sui prezzi dell’oro determinando il costo opportunità legato alla detenzione di uno strumento non fruttifero, mentre i tassi a lungo termine possono essere correlati all’inflazione”.
Copertura contro inflazione e instabilità
La linea nera del grafico elaborato da Carmignac corrisponde alla performance di un investimento caratterizzato dall’acquisto di oro a fronte della vendita di un’obbligazione statunitense a 10 anni. Un investimento di questo tipo genera performance assolute. Registra un ottimo andamento su mercati caratterizzati da avversione al rischio: +100% durante la fase di scoppio della bolla di Internet oppure +30% nel 2022, anno inflazionistico che ha compensato pressoché tutta la sottoperformance dei titoli azionari, in un momento di maggiore necessità.
La peculiarità dell’oro risiede nella sua bassa correlazione con gli asset rischiosi e nella capacità di fornire una protezione efficace contro l’incertezza economica e l’inflazione. Questo è particolarmente rilevante in un contesto globale in cui le pressioni inflazionistiche sono alimentate da fattori come la transizione energetica, la ridotta globalizzazione, le tensioni geopolitiche
“La persistente inflazione e la crescente difficoltà nella gestione del debito pubblico – conclude Thozet – evidenziano la necessità di strumenti stabili come l’oro per mitigare i rischi e garantire una protezione contro shock economici futuri”.