Un punto di svolta, l’inizio della fine, il momento in cui le cose hanno iniziato a precipitare. No, non si tratta dell’inizio di un libro tragico, ma di come molti investitori hanno affrontato il mese di agosto. Quando il 5 agosto infatti i mercati sviluppati hanno perso il 6% in una sola seduta si è sviluppato subito un senso di ansia, la paura che il periodo rigoglioso fosse ormai arrivato alla fine. Eppure questo muro di preoccupazione è finito velocemente dimenticato una volta che i listini sono tornati ai livelli pre-correzione.
Ma come stanno reagendo ora gli investitori, quando il timore per la recessione torna a farsi sentire e martedì l’S&P 500 ha perso più del 2%?
È l’ora di un cambiamento: azionario si o meglio evitare?
Fino a metà estate, il settore azionario stava dando il meglio di sé, segnando record e diventando sempre più costoso. A trascinare il rally era però solo un gruppo molto ristretto di titoli, grandi società focalizzate sulla tecnologia e, soprattutto, sull’intelligenza artificiale. Così è bastato che alcune di loro inciampassero lungo il loro percorso, come i risultati ‘deludenti’ delle trimestrali di Nvidia, per rompere il perfetto equilibrio di Wall Street.
Dopo il più recente crollo di alcuni titoli a grande capitalizzazione, sono diversi gli investitori che hanno iniziato a chiedersi se valesse ancora la pena rimanere investiti nel mercato azionario o allontanarsi per una pausa, breve o lunga che sarà.
Secondo Niamh Brodie-Machura, esperta di Fidelity International, “è incoraggiante natare che i titoli a piccola e media capitalizzazione che erano rimasti indietro hanno ora iniziato a recuperare terreno rispetto ai grandi leader di mercato negli Stati Uniti, nel Regno Unito e anche in Giappone”. Insomma, la volatilità e l’incertezza nel breve termine possono davvero diventare un’ombra nera sull’intero comparto azionario? Forse no.
Tra rischi e nuove opportunità: alla ricerca dell’equilibrio
Dopo un periodo di calma piatta, dove è stato fin troppo facile per gli investitori dimenticarsi di quanto problematico e instabile il mercato possa essere, ora la situazione è radicalmente cambiata.
Quando il sentiment è incoerente, proprio come ora, le cose possono cambiare radicalmente e anche le imprese con i fondamentali più solidi potrebbero vacillare. In una simile situazione, potrebbero anche bastare alcune dichiarazioni politiche a innescare una crescente volatilità proprio come sta succedendo negli Stati Uniti, ancora di più dopo i deludenti risultati del mercato del lavoro. Eppure, secondo l’esperta, farsi spaventare dalla volatilità potrebbe spingere gli investitori verso rischi ancora più ampi. “I vantaggi dell’investimento azionario, infatti, derivano dal suo effetto di capitalizzazione a lungo termine, che potrebbe essere vanificato da reazioni miopi e immediate”.
In effetti, dal punto di vista di un portafoglio globale, le azioni – anche se non tutti i singoli titoli chiaramente – sono rimaste in territorio positivo per tutto l’anno, anche durante il recente sell-off.
I sali e scendi del mercato sono inevitabili, così come è quasi impossibile prevedere quando questo entrerà in territorio negativo. I mercati azionari non possono salire in modo costante, non può esistere una simile economia. Questo però non significa che sia un segmento da escludere dal proprio portafoglio. Come sempre, il segreto si trova nell’equilibrio e la scelta di un portafoglio diversificato è quasi sempre la strategia più intelligente.