Circa otto cittadini su dieci ritengono che l’economia globale, l’economia nazionale e il mercato del lavoro si indeboliranno
Le vendite online hanno conosciuto un vero e proprio boom in Europa, al punto che nel 2020 si stima un giro d’affari di 13,6 miliardi di euro
Il 55% degli italiani dichiara di aver iniziato ad acquistare online dei prodotti, prima comprati negli store fisici, proprio a causa della pandemia
13,6 miliardi di euro di vendite online in Europa
Tuttavia, secondo la società di consulenza, 16,4 milioni di italiani sono pronti a modificare le proprie abitudini di acquisto in maniera radicale. Le vendite online, infatti, hanno conosciuto un vero e proprio boom in Europa negli ultimi mesi, al punto che si stima un giro d’affari di 13,6 miliardi di euro: si posiziona al primo posto il Regno Unito con cinque miliardi di euro, seguito da Francia (3 miliardi), Germania (2,3 miliardi), Spagna (1,5 miliardi) e Svizzera (0,3 miliardi). Per l’Italia si parla di 1,5 miliardi, un dato incoraggiante se si considera che si tratta di uno dei paesi in cui la penetrazione dell’online presso i consumatori è più contenuta. Secondo la ricerca, lo scorso anno si parlava del 6,3%, ma potrebbe rimbalzare all’8,3% nel 2020 e raggiungere il 9,5% nel 2021. Lo stesso vale per la Spagna, per la quale è previsto un salto dal 5,3% del 2019 al 7,3% nel 2020, fino a sfiorare il 7,6% nel 2021.
Per le imprese è ora di rinnovare il business model
Sulla base di queste previsioni, cosa possono fare i retailer per restare al passo con i tempi e accogliere le esigenze di questa nuova tipologia di consumatori? Secondo i ricercatori, le imprese legate agli store fisici che non riusciranno a modificare i propri modelli di business in tempi rapidi, cesseranno di esistere, inghiottite dalle concorrenti che adotteranno strategie agili e innovative. “Per i retailer europei continua senza sosta una ristrutturazione continua, accelerata dalla pandemia”, si legge nel report. Le imprese di successo saranno quelle che identificheranno e difenderanno nuovi clienti, sfrutteranno i cambiamenti permanenti nel comportamento dei consumatori, colmeranno le lacune e innoveranno gli store fisici per soddisfare le aspettative della clientela, puntando su catene di approvvigionamento resilienti. “Se la pandemia continuerà nel 2021 o oltre – concludono i ricercatori – le ricadute della crisi causeranno dei cambiamenti permanenti nel comportamento dei consumatori e lasceranno una profonda cicatrice sui mercati internazionali in molti anni a venire”.