Gli investitori guardano ai trend demografici come a una variabile da non sottovalutate nelle decisioni d’investimento su un orizzonte di lungo periodo
Secondo Ubs, la richiesta di energia aumenterà del 25% entro il 2040 e quella di elettricità del 60-70%
Una forte crescita della popolazione in alcune aree del mondo suggerisce interesse per temi quali le infrastrutture e la cybersecurity. Nelle regioni contraddistinte da un accentuato invecchiamento della popolazione, il focus è su healthcare e pet economy
eventualmente, esprimere il proprio voto per posta, ipotesi poco gradita al presidente in carica. É, in ogni caso, una fotografia ben diversa da quella della vecchia Europa e in particolare del nostro paese, dove gli aventi diritto al voto under 40 rappresentano solo il 22%, complice la denatalità e l’invecchiamento della popola- zione. L’effetto della “variabile giovani” alla vigilia di elezioni così importanti è difficile da prevedere: i risultati di mid-term, nel 2018, hanno confermato che i giovani americani sono più vicini alle posizioni dem, che a quelle repubblicane. Tuttavia, la propensione al voto delle nuove generazioni si muove più in funzione di singoli temi che al seguito dei partiti. E d’altra parte i giovani sono tradizionalmente anche meno sensibili alla chiamata alle urne.
Le variabili demografiche sono tra quelle più studiate in queste settimane dagli analisti politici. Da molto più tempo, del resto, influenzano le decisioni d’investimento. Almeno tra coloro che guardano alla traiettoria della aging population per cogliere nuove opportunità di business in giro per il mondo. D’altra parte, le dinamiche demografiche divergono in modo sostan- ziale tra regioni e singoli Paesi: quelli con una popolazione in crescita, cioè con una maggiore incidenza di giovani rispetto agli anziani, – come l’India per esempio – attirano investimenti che riflettono le preferenze delle nuove generazioni: tecnologia e condivisione.
“I giovani – cioè i millennial e le generazioni successive – sono molto meno sensibili dei loro predecessori all’ingombro della proprietà: case e auto possono essere più agevolmente affittate, quando e dove servono”, dice Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki in Italia. Quindi car sharing (e robo-taxi nelle città dove esistono già, più economici dei taxi tradizionali), piattaforme di affitti brevi e co-housing. “Ma anche e soprattutto tanta tecnologia, cloud storage e, conseguentemente, cyberse- curity. Senza dimenticare la green economy. Per i nativi digitali sono temi noti e non potrebbero nemmeno concepire di farne a meno”, continua Giacomo Calef. “tuttavia, le inclinazioni dei cittadini non bastano. Sulla green economy, per esempio, bisogna anche tenere conto della volontà dei governi di stimolare gli investimenti sostenibili. La Cina negli ultimi anni ha rapidamente chiuso gli impianti di produzione di carbone a favore delle energie rinnovabili. A Pechino era difficile trovare un’auto non elettrica… Ma ora, con la pandemia e il calo della crescita economica, le autorità hanno cominciato a riaprire i vecchi stabilimenti”.
Popolazione in crescita e in transizione verso economie trainate dai consumi spesso sono caratterizzate da una veloce urbanizzazione che chiama investimenti nelle infrastrutture dei trasporti, nella raccolta e smaltimento dei rifiuti e nelle fonti di energia: secondo Ubs, la richiesta di energia aumenterà del 25% entro il 2040 e quella di elettricità del 60-70%.
Ma anche i paesi più vecchi hanno il loro appeal e l’invecchia- mento della popolazione porta con sé una pluralità di oppor- tunità d’investimento. Secondo Henk Grootveld, co-gestore del fondo Golden age e head of global trends investing di Lombard Odier IM, l’invecchiamento generale della popolazione e la recente pandemia hanno accelerato l’arrivo dell’eHealth: “Il covid-19 ha rappresentato la spinta di cui il settore sanitario, piuttosto conservatore, aveva bisogno per abbracciare finalmen- te la digitalizzazione ed entrare nel 21° secolo. Siamo molto ottimisti sul potenziale di crescita delle aziende che offrono strumenti e servizi digitali al settore sanitario per renderlo più efficiente, migliorare l’efficacia dei trattamenti e ridurre i costi”. Parliamo di telemedicina, dispositivi di controllo e di allarme in remoto, chirurgia robotica, connettività e intelligenza artificiale. Ma l’effetto covid ha anche mostrato la crescita del desiderio dei meno giovani di restare nella propria casa: “Sempre più esponenti della generazione dei baby boomer”, continua Grootveld, “avranno timore di stare tra la folla e ci penserà due volte prima di prenotare una crociera, comprare i biglietti per un concerto o decidere di risiedere in una Rsa (residenza per gli anziani). Al contrario, preferiranno passare tempo di qualità nel comfort delle loro case e, proprio in questo senso, stanno indirizzando la propria ricchezza: modificandole, miglioran- dole e adattandole alle esigenze di residenti in là con gli anni, decisamente più stanziali”.
Infine ancora Giacomo Calef chiosa: “C’è un altro mercato in forte crescita che può beneficiare del trend demografico: po- trebbe far sorridere se non fosse che può pesare quasi il 10% del paniere di investimenti legati a questa tema. Si tratta del pet market. In un mondo che invecchia a gran velocità non bisogna sottovalutare l’importanza degli animali da compagnia e il relativo indotto”.
Riscuote un’attenzione transgenerazionale il settore degli inve- stimenti sostenibili. Più sensibili a questo tema sono le donne e i millennial, destinati a ereditare la ricchezza espressa a livello globale da baby boomer ed esponenti della generazione silenziosa. Saranno loro a influenzare più di ogni altro gruppo l’approccio agli investimenti nei prossimi anni.