Inflazione elevata da una parte e crescita fiacca dall’altra stanno creando incertezza e volatilità sui mercati, sia azionari sia obbligazionari, lasciando gli investitori confusi e incerti sul da farsi. Come ritrovare un nuovo equilibrio? Secondo Janus Henderson una soluzione sarebbe quella di adottare un approccio bilanciato.
Già lo scorso marzo, quando la situazione sui mercati iniziava a traballare, nel suo studio “Fear vs optimism: finding the right balance with balanced funds” (Paura versus ottimismo: trovare il giusto equilibrio con i fondi bilanciati), la casa di gestione con sede a Londra aveva visto nei fondi bilanciati una risposta utile per affrontare molteplici cicli economici e mercati difficili. Questo paradigma infatti permette di seguire almeno due diverse strategie, che in alcuni casi possono salire fino a sei, ciascuna con un peso medio del 18% all’interno del portafoglio, così da diversificarlo e renderlo più flessibile per cogliere le opportunità che via via si vengono a creare sui mercati.
“I fondi bilanciati spostano e riequilibrano automaticamente le allocazioni degli investitori in diversi asset e/o in diverse regioni così da non superare mai il modello di rischio predefinito”, sottolinea la società di gestione.
Detto questo, però, la domanda sporge spontanea: come introdurre un fondo bilanciato nel portafoglio di investimento? Secondo Janus Henderson esistono diverse strade da percorrere a seconda degli obiettivi degli investitori. In particolare, sono tre:
1. Come intero portafoglio
L’utilizzo di uno o più fondi bilanciati per costruire un portafoglio può funzionare in modo efficace secondo Janus Henderson soprattutto per gli investitori che mirano a esternalizzare completamente la gestione e l’asset allocation. Con oltre 27.300 strategie classificate come “bilanciate” (secondo il Morningstar Global Category of allocation funds), si ha una scelta molto ampia. Ma proprio questa grande varietà rende questo compito particolarmente difficile: scegliere e combinare le diverse soluzioni tra settori, regioni e classi di attività richiede molta attenzione e quindi una due diligence dettagliata da parte dei professionisti della finanza.
2. Come principale strategia all’interno del portafoglio, ma non l’unica
Molto più comune è la seconda strada che vede uno o due fondi bilanciati come componente principale del portafoglio, ma non l’unica. “A questa allocazione centrale vengono aggiunti anche investimenti satellite in posizioni tattiche, puntando su regioni o settori molto specifici”, spiega Janus Henderson. Anche in questo caso, come è facilmente intuibile, la scelta delle soluzioni e la due diligence sono passaggi molto importanti.
3. Come copertura tattica
Infine, si può scegliere di introdurre uno o più fondi bilanciati per completare il proprio portafoglio azionario e obbligazionario, così da ampliare e migliorare l’asset allocation e mantenere gli obiettivi generali di rischio-rendimento. In questo caso, è fondamentale che le soluzioni bilanciate scelte siano davvero flessibili, ovvero che comprendano un range molto ampio di attività, e complementari a quelli già presenti nel portafoglio. Anche in questo caso, si deduce come una gestione attiva e un approccio dinamico siano necessari per scegliere i fondi bilanciati più adatti come copertura tattica.