“Cresce l’interesse degli investitori verso questo tipo di prodotti, tanto da indurre le società a classificare i propri fondi come articoli 8 e 9”, commentano gli esperti di Raiffeisen Capital Management. “Tuttavia, la mancanza di una chiara guida ha portato a diversi approcci nella ripartizione dei prodotti, che non garantisce la presenza di definiti obiettivi di sostenibilità”. Facciamo insieme un po’ di chiarezza.
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La normativa europea SFDR
La SFDR ha stabilito delle norme armonizzate (indirizzate ai partecipanti dei mercati finanziari e ai consulenti finanziari) che stabiliscono criteri di trasparenza riguardo l’integrazione dei rischi ESG, la considerazione degli impatti negativi dei processi sulla società e sul pianeta e la fornitura di informazioni relative alla sostenibilità dei prodotti finanziari. In altre parole, alle società di gestione è stato richiesto di fornire informazioni riguardo i rischi ESG dei loro investimenti. Nell’ambito della norma, l’intero universo dei fondi europei viene classificato dai gestori in una delle tre categorie previste: articolo 6, articolo 8 o articolo 9, in base all’obiettivo di sostenibilità che le strategie si prefiggono. I fondi art. 6, pur non promuovendo caratteristiche ESG o non essendo indirizzati a specifici investimenti green, sono tenuti a integrare rischi di sostenibilità all’interno delle decisioni di investimento. I prodotti finanziari classificati come art. 8 (altrimenti detti fondi ‘light green‘) promuovono invece ‘caratteristiche ambientali e/o sociali‘, a condizione che le società in cui vengono effettuati gli investimenti seguano pratiche di buona governance. Infine, i fondi classificati come art. 9 (‘dark green‘) hanno un obiettivo di investimento sostenibile e tutte le partecipazioni devono soddisfare lo standard di “non arrecare danni significativi” ad ambiente e società. Se tutti i fondi sono tenuti a fornire alcune informazioni ESG, come previsto dall’art. 6, alle strategie di cui agli articoli 8 e 9 è chiesto di fornire informazioni più dettagliate agli investitori.
Un trend da monitorare
La quota crescente dei fondi di cui all’art. 8 e all’art. 9 può essere spiegata dal crescente interesse degli investitori per le questioni ESG e di sostenibilità, in particolare il cambiamento climatico. La gamma sempre più ampia di opzioni disponibili potrebbe far sì che questa tendenza continui. L’emendamento Mifid II, che entrerà in vigore il prossimo agosto, potrebbe incoraggiare più flussi verso fondi sostenibili, poiché i consulenti finanziari dovranno indagare sulle preferenze di sostenibilità dei loro clienti, oltre che sugli obiettivi finanziari. “In questo contesto, serve chiarezza” affermano da Raiffeisen Capital Management. “La ricerca attiva dei gestori virtuosi risulta centrale: la sostenibilità deve essere considerata come un obiettivo perseguibile concretamente”. Al panorama dei prodotti finanziari sostenibili e alle prospettive di evoluzione del settore sarà dedicato il Raiffeisen Magister 2022, roadshow della società partito il 16 maggio da Palermo che si concluderà a Bari il prossimo 23 giugno.
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