Assoreti, Molesini: “Dal mandato alle società impatto negativo sul nostro business”

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L’ipotesi di dare il mandato di consulente finanziario a una società giuridica è molto stimolante ma anche pericolosa, perché rompe il patto tra consulente e mandante. Ma come agevolare il ricambio generazionale dei consulenti? Intervista a Paolo Molesini, presidente di Assoreti.

Quali criticità presenta il mandato di consulenza a società tra consulenti abilitati?

“La professionalità da una parte e la responsabilità dall’altra sono quello che ha consentito lo sviluppo del nostro settore, che è qualcosa di italiano e americano. In tutta Europa non esiste un settore dei consulenti finanziari come in Italia proprio per questi due grandi pilastri. Ci sono delle riflessioni in corso sulla possibilità di dare il mandato di consulente finanziario a una società giuridica e quindi non a un individuo. E’ un’ipotesi molto stimolante ma molto pericolosa, perché rompe questo patto che esiste tra consulente e mandante, che implica la professionalità dell’uno e la responsabilità dell’altro. Io come mandante, se non sono in grado di reclutare il consulente, io di formarlo, non accetto di avere la responsabilità degli errori. Se la mandante non ha la responsabilità degli errori, credo che il nostro business possa averne un impatto negativo”.

Come agevolare il ricambio generazionale dei consulenti?

“Il tema del ricambio generazionale è un tema chiave. Il successo del nostro business è stato proprio nella capacità di reinterpretare il proprio lavoro da parte dei consulenti finanziari: da venditore di un prodotto, seppur in un modo estremamente innovativo, in casa del cliente, a venditori di più prodotti, consulente finanziario e, infine, consulente patrimoniale, cioè in grado di gestire tutti gli attivi del cliente. E’ chiaro che questo vuol dire una capacità di cambiamento, di reinventare la professione da parte dei colleghi consulenti e vuol dire anche capacità di investimento molto importanti da parte delle mandanti. Bisogna fare in modo che i consulenti di oggi che sono riusciti a fare questo grande cambiamento, vengono sostituiti da generazioni altrettanto brave. Io credo che questo passi soprattutto attraverso la struttura del team, cioè costruire dei team di consulenti dove all’esperienza del collega più anziano si unisce l’energia e la capacità innovativa del collega più giovane. Se riusciamo a mettere insieme queste due cose, credo che la nostra professione continuerà a svilupparsi come ha fatto in questi anni”.

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