Chi non ha mai sognato di comprare un terreno sulle colline toscane o provenzali, e arrivare a fine giornata bevendo un calice di vino stillato dalle proprie botti? Non tutti però se lo possono permettere. Produrre vino è dispendioso sia in termini di denaro che soprattutto di tempo. Eppure, da qualche anno si sta diffondendo un nuovo paradigma tra gli amanti del vino. Produrre vino senza possedere una vigna. Come? Adottandola.
Adotta un cru, adotta un filare, adotta una vigna. La formula è diversa ma la sostanza è la stessa. Sempre più amanti del vino in questo modo diventano viticoltori d’adozione. A certificare il grande interesse dietro questa nuova realtà, il proliferare di cantine che offrono questo servizio. In Italia se ne contano moltissime. Da nord a sud. Sara Vezza, per produrre il
barolo e Tenuta San Marcello, per il verdicchio marchigiano, sono solo alcuni dei molti nomi. Ma di che cosa si tratta? La formula dell’adozione in vigna è semplice: per un anno intero una cantina concede in adozione uno dei propri filari sui quali viene apposto un cartellino con il nome dell’adottante, il quale riceve un vero e proprio certificato d’adozione. I prezzi possono variare in media dai 100 ai 500 euro all’anno: in cambio una cassa di bottiglie che si è contribuito a produrre.
Molto spesso infatti l’adozione di un filare prevede la possibilità di un coinvolgimento in prima persona con l’
opportunità di ricevere un’educazione alla viticoltura. Come si pota, coma avviene la palizzatura e come la
vendemmia.
È il caso di Josetta Saffirio, cantina le cui viti affondano da più di due secoli le loro radici in terra di Langa. Sara Vezza, titolare dell’azienda, rappresenta la quinta generazione della famiglia Saffirio. “La nostra proposta è un percorso più strutturato rispetto all’acquisto di una bottiglia e alla visita di una cantina. I nostri clienti vengono in vigna ed entrano in contatto direttamente con il produttore” afferma Vezza che sottolinea come il cliente passo per passo, dalla vendemmia fino ad arrivare all’affinamento e all’imbottigliamento, possa seguire tutto l’iter di produzione.
La formazione può essere intesa anche in senso di sostenibilità, come nel caso della Tenuta San Marcello, cantina che produce da 12 anni ottimi vini nell’entroterra di Senigallia, utilizzando in vigna metodi naturali e prodotti dinamici al fine di creare una cultura sostenibile. “La nostra azienda ha un duplice fine: fare un vino genuino e legare i clienti alla nostra idea di sostenibilità, al contempo facendo formazione” afferma Massimo Palmieri, titolare della Tenuta San Marcello. “Tutto il processo di vinificazione è in ottica sostenibile. Dalla fermentazione dei mosti recuperiamo per esempio l’acqua calda per la famiglia. Ma la sostenibilità non si fa solo in campo. Per noi è anche importante che la bottiglia sia leggera, il packaging riciclabile e il trasporto non sia massivo”.
Tale aspetto formativo a 360 gradi è sicuramente permeante questo tipo di proposte, che pur non avendo la pretesa di trasformare amanti in veri esperti, riescono ad attirare sempre più interesse, e non solo in Italia. “Ogni mese abbiamo quattro nuove adozioni, principalmente da clienti italiani. Ma l’interesse tra nordeuropei, americani e russi sta crescendo. Ad oggi possiamo dire che il 40% delle adozioni sono estere” afferma Vezza che sottolinea inoltre come il mercato principale sia quello della regalistica. Infine un forte elemento di attrazione è anche quello dell’economicità. “Dal mio punto di vista c’è anche una convenienza. Una nostra bottiglia la puoi pagare in enoteca dalle 15 alle 18 euro, mentre in questo modo il prezzo scende intorno ai 12 euro. Inoltre ai nostri clienti, quando vengono a visitarci, offriamo il 20% di sconto sul pernottamento” conclude Palmieri.
Chi non ha mai sognato di comprare un terreno sulle colline toscane o provenzali, e arrivare a fine giornata bevendo un calice di vino stillato dalle proprie botti? Non tutti però se lo possono permettere. Produrre vino è dispendioso sia in termini di denaro che soprattutto di tempo. Eppure, da qual…