Il mondo della musica è affascinante e ricco di opportunità, ma presenta anche complessità dal punto di vista previdenziale. Le carriere dei musicisti e cantautori sono spesso caratterizzate da discontinuità lavorativa e da una varietà di contratti, rendendo la pianificazione finanziaria e previdenziale una necessità imprescindibile. Il team WeAreTeam di Banca Generali, dove io sono referente è specializzato nella consulenza per professionisti dello spettacolo, e propone un’analisi del sistema pensionistico dedicato ai lavoratori del settore musicale, accompagnata da strategie di accantonamento e investimento per garantire un futuro sereno.
1. Lo studio: Il Sistema Previdenziale per Musicisti e Cantautori
I lavoratori dello spettacolo sono iscritti al Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo (FPLS), gestito dall’INPS. Questo fondo tiene conto della peculiarità di carriere intermittenti e prevede requisiti specifici per l’accesso alla pensione.
-Contributi Previdenziali
L’aliquota contributiva è pari al 33% del compenso lordo. Il 9,19% è a carico del lavoratore, mentre la restante parte è versata dal datore di lavoro.
Per chi lavora in autonomia, i contributi devono essere versati direttamente, rendendo fondamentale la corretta gestione dei flussi di cassa e degli accantonamenti.
-Requisiti per la Pensione
Le condizioni di accesso alla pensione variano in base alla categoria professionale:
Cantanti, musicisti e orchestrali: pensione di vecchiaia a 62 anni per gli uomini, e 61 per le donne, con almeno 20 anni di contributi.
Ballerini e coreografi: pensione anticipata a 47 anni con 20 anni di contributi (valido fino al 2024).
Registi, tecnici e maestranze: pensione a 66 anni e 7 mesi, con 20 anni di contributi.
Per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995, l’età pensionabile è uniformata a 67 anni.
2. Strategie di Pianificazione Previdenziale
Visto il sistema pensionistico attuale e la possibile discontinuità dei redditi nel settore musicale, è essenziale adottare un approccio proattivo alla pianificazione previdenziale. Il team WeAreTeam suggerisce un modello basato su tre pilastri:
1. Accantonamenti Previdenziali (Previdenza Complementare)
Affidarsi esclusivamente alla pensione pubblica può risultare rischioso. Per questo motivo, consigliamo:
Fondi pensione di categoria o privati: permettono di integrare la pensione pubblica con versamenti personalizzati, beneficiando di vantaggi fiscali.
Piani individuali pensionistici (PIP): ideali per chi ha redditi variabili, con la possibilità di modulare i versamenti
La disciplina fiscale e previdenziale del musicista è dunque assai peculiare, in quanto prevede particolari applicazioni dell’Iva, e particolari modalità contributive. Pertanto noi di WeareTeam abbiamo deciso di dedicare uno studio utile a quanti stanno svolgendo questa attività per lavoro. L’obiettivo è di fornire una spiegazione ai principali dubbi sull’argomento, tenuto conto che, sia da un punto di vista giuridico che fiscale, le attività svolte dai musicisti ricadono genericamente fra le prestazioni artistiche.