Secondo un articolo del Financial Times, a firma Tabby Kinder e Michael O’Dwyer. le big four – le quattro grandi società di revisione a livello globale – potrebbero essere danneggiate in misura significativa dalle tensioni Cina-Usa
A marzo la Sec ha iniziato ad attuare una legge approvata sotto l’amministrazione Trump che obbliga le società straniere quotate negli Stati Uniti a consentire ai regolatori americani di accedere ai loro bilanci. Il provvedimento ha già portato al delisting di tre gruppi cinesi
Secondo la Sec, le big four, che dominano il mercato dell’auditing cinese, controllano circa 140 società cinesi quotate negli Stati Uniti
Il caso China Medical Technologies
Quando iniziò a smontare la carcassa di China Medical Technologies, che è crollata dopo una sospetta frode da 400 milioni di dollari, il liquidatore Cosimo Borrelli è incappato in un ostacolo non previsto. KPMG, la società di auditing che seguiva l’azienda cinese quotatasi a New York nel 2005, si è rifiutata di consegnare i documenti richiesti. Ha persino sfidato un ordine del tribunale in tal senso, citando le leggi di sicurezza cinesi che impediscono la fuoriuscita di documenti sensibili dal paese. Intento a rintracciare i soldi mancanti – si sospettava che la moglie di un alto dirigente ne avesse scommesso più di 100 milioni nei casinò di Las Vegas – Borrelli riuscì comunque ad accedere a più di oltre 5 mila file di audit. File che ora stanno venendo utilizzati dai liquidatori per citare in giudizio KMPG con l’accusa di presunta negligenza.
Società cinesi a rischio delisting
A distanza di anni, il caso è diventato emblematico del rischio in cui incorrono le quattro grandi società di revisione globali – Deloitte, PwC, KPMG ed EY – che hanno trascorso tre decenni a costruire grandi operazioni nel paese asiatico e che ora risultano essere intrappolate tra l’antagonismo di Pechino o l’incorrere in sanzioni altrove. Le crescenti tensioni, da nuova guerra fredda, tra le due prime potenze economiche al mondo certo non giovano. A marzo la Sec ha iniziato ad attuare una legge approvata sotto l’amministrazione Trump che obbliga le società straniere quotate negli Stati Uniti a consentire ai regolatori americani di accedere ai loro bilanci, con la minaccia di essere altrimenti delistate dalle borse americane. Il provvedimento ha già portato al delisting di tre gruppi cinesi. A ciò si aggiunge il divieto per gli investitori statunitensi di detenere azioni di società con sospetti legami con l’esercito cinese. In risposta, ad Hong Kong molte società sono confluite in listini secondari per mitigare le ricadute del delisting americano.
Big four costrette a scegliere?
Le società quotate negli Stati Uniti sono s tenute a sottoporsi alle ispezioni del Public Company Accounting Oversight Board da quando il Sarbanes-Oxley Act è stato introdotto nel 2002 a seguito dello scandalo Enron. Il numero di società cinesi quotate nelle borse statunitensi nel mentre è aumentato, con gli investimenti in ipocinesi sui mercati statunitensi che hanno raggiunto livelli record. Secondo la Sec, le big four, che dominano il mercato dell’auditing cinese, controllano circa 140 società cinesi quotate negli Stati Uniti. “Le società di revisione sono intrappolate nel mezzo di due giurisdizioni in conflitto”, ha affermato Daniel Goelzer, membro fondatore del Public Company Accounting Oversight Board, l’autorità di regolamentazione della contabilità statunitense. “Sembra sempre meno probabile che la Cina finirà per scendere a compromessi con gli Stati Uniti, mentre allo stesso tempo la Cina sta diventando più importante economicamente per queste società di revisione”.
Le operazioni cinesi delle big four sono cresciute fino a raggiungere quasi le dimensioni delle operazioni nel Regno Unito, impiegando circa il 6% del personale globale totale, sulla scie di commissioni molte generose incassate da start-up Internet in forte espansione che cercano di accedere ai mercati dei capitali internazionali. Tra i clienti delle big four compaiono anche colossi come Alibaba, JD.com e Baidu che non hanno messo a disposizione delle autorità di regolamentazione statunitensi i documenti di revisione richiesti. Il rischio concreto per queste società che si potrebbe profilare è dunque quello di scegliere se sottostare o meno alla richiesta del PCAOB, e dover decidere se perdere il mercato statunitense o quello cinese.