I gestori globali hanno ridimensionato improvvisamente le proprie scommesse rialziste sulle azioni e si sono orientati con forza sui bond in attesa di tagli dei tassi più numerosi del previsto. I gestori che hanno affermato di avere un sovrappeso di portafoglio sulle azioni, secondo la rilevazione eseguita da Bank of America fra il 2 e l’8 agosto, sono scesi al 31% del campione, contro il 51% rilevato a luglio.
Il sondaggio, che ha coinvolto 220 gestori globali con 590 miliardi di masse in gestione, ha evidenziato un aumento dei livelli di liquidità dal 4,1% al 4,3%, con una rotazione difensiva che ha portato le obbligazioni dal sottopeso netto del 9% all’8% di sovrappeso in portafoglio, il livello più alto dal dicembre 2023. Più in generale, il 19% netto dei gestori afferma di avere un orientamento al rischio più cauto rispetto alla norma, in aumento dall’1% rilevato appena un mese fa.
Alcuni settori e aree geografiche sono stati particolarmente colpiti dalla tensione registrata sui mercati a inizio mese, in particolare il Giappone, l’Europa e il comparto tecnologico – con le “Magnifiche 7” che rimangono in testa alle scommesse più battute ma con un margine nettamente più basso. Le azioni europee, invece, hanno perso 14 punti percentuali nell’ultimo mese e risultano adesso in sottopeso netto del 4%: il primo orientamento ribassista sulle azioni europee da sei mesi.
Le previsioni di un atterraggio duro dell’economia sono aumentate solo di poco, e a prevederlo è solo il 13% dei gestori (in lieve aumento rispetto all’11% di luglio), mentre lo scenario più favorevole (“no landing”) ha lasciato spazio alla previsione di un modesto rallentamento economico (passato dal 68% al 76%). Ciononostante, i dati occupazionali peggiori del previsto hanno fatto schizzare in testa ai rischi di coda una possibile recessione statunitense, in aumento dal 18% al 39% degli intervistati, sorpassando così i conflitti geopolitici (25%).
I gestori si aspettano decisamente un maggior numero di tagli dei tassi d’interesse da parte della Fed – ossia almeno quattro da qui all’agosto 2025, secondo il 60% dei gestori sondati da BofA. Il 94% dei gestori si aspetta il primo di questi tagli già a settembre. La quota di gestori che ritiene che la politica monetaria sia “troppo restrittiva” è salita al 55%, il livello più alto dal 2008 e, coerentemente, si aspetta che i tassi a breve termine saranno più bassi (93%) e che i rendimenti obbligazionari saranno anch’essi in calo (59%).
Gestori europei, poca allegria sulle azioni del Vecchio Continente
L’ondata di pessimismo si è fatta sentire anche nel sottogruppo dei gestori di fondi europei. Ora il 4% netto prevede che nei prossimi mesi le azioni europee andranno incontro a un ribasso, mentre a luglio il 60% prevedeva un rialzo; al contempo, la quota di gestori europei che prevede un calo negli utili societari delle aziende del Vecchio Continente è aumentata dal 18% al 48%. La virata difensiva è testimoniata anche dalla maggiore preoccupazione strategica espressa ora dai gestori, ossia quella di non avere sufficienti coperture difensive (38%, rispetto al 25% precedente), che supera dunque il timore di aver ridotto troppo l’esposizione all’azionario e di perdere un rally (24%, dal 32% precedente).
Mentre l’healthcare scende parecchio fra le preferenze dei gestori europei in termini di settori, il settore tecnologico rimane il maggior sovrappeso in Europa, seguito da utility e assicurazioni. In generale, fra i gestori europei, l’allocazione sulle azioni dell’Eurozona è scesa di 14 punti, con un sottopeso netto al 4%. Fra le Piazze europee, solo Regno Unito e Svizzera sono previste come Borse con un potenziale di crescita nei prossimi mesi, mentre seguono con aspettative in calo crescenti Italia, Francia, Spagna e Germania.