È ancora una scelta conveniente? Probabilmente no. Per rispondere a questa domanda la prima considerazione da fare riguarda il nostro sistema pensionistico che, fino a pochi anni fa, garantiva un’adeguata pensione dopo la vita lavorativa mentre oggi questa garanzia è in discussione per molteplici fattori (rapporto pensionati/occupati, allungamento della vita, etc…)
Oggi forse il regalo più gradito (e più lungimirante) per una nuova nascita è avviare una forma pensionistica complementare.
Perché partire il prima possibile con una formula previdenziale integrativa? Ecco qualche numero
Per avere a disposizione un capitale che offra un’adeguata integrazione previdenziale servono non meno di € 300.000/350.000 attuali. Infatti, disporre di un capitale pari a € 350.000 oggi garantirebbe una rendita vitalizia annuale di circa € 18.000 ad un settantenne.
Si tratta di una cifra rilevante e per accantonarla esistono due possibilità: o versare molto in poco tempo o versare cifre più piccole in un arco di tempo più lungo. A questo punto è chiaro perché risulti conveniente iniziare questo progetto sin dalla nascita.
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I vantaggi fiscali per i genitori
La normativa italiana consente di aprire una forma pensionistica complementare (FPC) ad un minore, anche se questi non ha capacità giuridica, intestando il rapporto ad un genitore ma legando le prestazioni al figlio. Oltre ai vantaggi prima descritti per il figlio questa operazione comporta vantaggi anche per l’adulto, in quanto i versamenti nelle forme pensionistiche complementari beneficiano di agevolazioni fiscali a favore di chi versa.
Un caso concreto
Nasce Giulia e i genitori decidono di contattare il loro consulente patrimoniale che ascolta il desiderio dei due giovani di accantonare una parte dei loro risparmi per la nuova arrivata. Dopo le informazioni sulle caratteristiche e le motivazioni di sottoscrivere una FPC a favore della figlia, viene spiegato che l’accantonamento porterebbe loro anche un risparmio fiscale poiché i versamenti a favore della figlia sono deducibili fiscalmente. Questo significa che, con un ipotetico risparmio di €2000 all’anno, il versamento viene dedotto dal reddito dei genitori. Più in dettaglio il genitore con un reddito lordo di € 50.000, versando €2.000 nel Fondo Pensione, pagherà le tasse su un reddito di € 48.000 risparmiando ben € 760 all’anno. Il risultato finale è che in 20 anni avrebbero accantonato € 40.000 risparmiando ben €15.200 di tasse.
E se alla maggiore età Giulia avrà bisogno di una somma per studiare o comprare l’auto?
Questi fondi pensione, proprio per la loro natura di integrazione, hanno una regolamentazione molto precisa: trascorsi 8 anni dall’adesione Giulia acquisterà il diritto a richiedere anticipazioni fino ad un 30% dell’ammontare del fondo senza giustificato motivo, fino al 75% per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa e fino al 100% per gravi motivi di salute.
Quando Giulia entrerà nel modo del lavoro potrà continuare lei stessa a contribuire con i propri soldi (godendo dei derivanti benefici fiscali) o addirittura conferendo lo stesso TFR (trattamento di fine rapporto) nel fondo pensione.
Affidarsi ad un professionista della consulenza può portare a valutare possibilità che da soli i clienti non avrebbero considerato, per questo in un mondo nel quale le informazioni viaggiano veloci e in modo non sempre corretto è fondamentale affidarsi a chi, della consulenza finanziaria, ha fatto un lavoro.