Sorpresa, o forse no. Il miglioramento del rating sul debito italiano da parte dell’agenzia S&P, comunicato venerdì, porta i Btp a BBB+. Nella pratica questo significa che il Tesoro italiano, prima di dover fare i conti con l’impennata dei costi di finanziamento che si accompagnerebbe a un rating spazzatura dovrebbe subire, dal livello attuale, ben tre downgrade. Insomma, per il finanziamento della spesa pubblica si mette meglio, ma è una notizia positiva anche per i detentori di titoli di Stato italiani perché il valore dei propri Btp più difficilmente andrà incontro a improvvise perdite di valore dovute a un calo del rating sotto la soglia “investment grade”, che prima era più vicina e minacciosa.
Fra le voci istituzionali che si sono dette “non sorprese” della decisione spicca quella del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta: “Me l’aspettavo”, ha dichiarato lunedì, “le condizioni dell’economia italiana sono cambiate rispetto a quando avevamo valutazioni abbastanza negative”. Panetta ha evidenziato in particolare come “è cambiato il modo di condurre i conti pubblici”, ora gestiti “con ragionevolezza”. Ha ricordato i miglioramenti del sistema bancario e il nuovo profilo dell’Italia nei confronti dell’estero: “Venti anni fa l’Italia aveva una posizione sull’estero debitoria, oggi siamo passati a una posizione netta pari a 10 punti di Pil. È una cosa enorme che è successa senza una crisi, ma con il miglioramento della crescita e delle esportazioni”.
L’attestato di fiducia sul governo italiano incassato da S&P non è passato inosservato al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Il giudizio di S&P premia la serietà dell’approccio del governo italiano alla politica di bilancio. Nel clima generale di incertezza, prudenza e responsabilità continueranno a essere la nostra linea di azione”.
Più nel dettaglio, S&P ha giustificato la sua revisione migliorativa per “il miglioramento delle riserve economiche, esterne e monetarie dell’Italia”, insieme ai “graduali progressi compiuti nella stabilizzazione delle finanze pubbliche dall’inizio della pandemia”. L’agenzia ha constatato la durata dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, riconosciuto “fra i più longevi della recente storia italiana”, e segnala che la stabilità politica ha contribuito a mantenere tranquilli i mercati e a sostenere l’attuazione del Pnrr. Tuttavia, la nota avverte che l’attenzione del governo sembra “concentrata più sulle riforme istituzionali che sulla modernizzazione economica e industriale”.
Per Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, “una promozione del rating sul debito italiano è sempre una buona notizia per il governo italiano e per i detentori del debito. Significa che il rischio paese diminuisce e si è sulla strada corretta per una migliore sostenibilità del debito”, ha dichiarato a We Wealth, “tuttavia, questo non implica che il governo possa rilassarsi, e anzi dovrà continuare a fare passi in avanti per il risanamento finanziario del paese e per dare segnali positivi ai mercati finanziari.”
Diodovich sottolinea come, in un contesto normale, ci sarebbero stati effetti anche sullo spread Btp/Bund, che “avrebbe potuto ridursi anche a quota 100”. Ma l’incertezza legata alla politica commerciale americana continua a pesare: “Al momento, gli investitori sono ancora alla ricerca di chiarezza sul piano dei dazi di Trump e questo manterrà lo spread ancora su livelli relativamente alti rispetto alla media degli ultimi mesi”.
In ogni caso, fra venerdì e lunedì lo spread Btp-bund è sceso a 117 punti base (-7,42%), con un rendimento del decennale al 3,68%, in calo di 23 punti base rispetto a un mese fa – il che significa un aumento dei prezzi per i detentori di debito italiano. In tempi in cui, nello stesso periodo il Ftse mib ha perso il 10,3%, non è poco.