L’inflazione avanza e gli investitori si chiedono come proteggere i loro portafogli. Materie prime e dividend yield per non sbagliare, meglio evitare i titoli growth
Msci ha analizzato la correlazione tra i fattori industriali e di stile nel MSCI Global Equity Model for Long-Term Investors (GEMLT) e il cambiamento dell’inflazione da dicembre 1998 a maggio 2021
Dallo studio è emerso come l’indice MSCI ACWI Commodity Producers Index abbia sovraperformato l’indice MSCI ACWI di 53 punti base al mese nei periodi di inflazione
La crisi indotta dal covid ha portato le banche centrali e i governi a iniettare stimoli monetari stimati in oltre 10.000 miliardi di dollari a livello globale. Il conseguente eccesso di offerta di denaro, unito alla domanda repressa di prodotti legata alla pandemia e alle interruzioni della catena di fornitura, ha portato a un aumento dei prezzi. Come proteggere i portafogli dal ritorno dell’inflazione? Msci, leader a livello internazionale nell’elaborazione di indici borsistici, ha fatto il punto, analizzando la correlazione storica tra comparti azionari e indici di prezzo.
L’inflazione nelle economie sviluppate ha registrato un forte aumento nel secondo trimestre del 2021, con gli indici dei prezzi al consumo (CPI) delle economie del G-7 che hanno registrato l’aumento più elevato dalla fine della crisi finanziaria globale nel 2009. In questo contesto le azioni, come asset class, hanno reso bene, sulla base dell’ipotesi da parte degli investitori che i ricavi delle aziende si adeguino all’inflazione nel tempo. A restituire i maggiori rendimenti – sulla scia di una spinta ai prezzi di tipo energetico – è stato l’indice MSCI ACWI Commodity Producers, indice esposto all’andamento di prezzo delle materie prime. Il dato non sorprende. Dallo studio è emerso infatti come a mostrare le correlazioni più forti con gli indici di prezzo “CPI All Items” e “CPI Energy” negli ultimi vent’anni siano state proprio le industrie produttrici di materie prime, come l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, seguite dall’oro e dall’acciaio, così come l’automotive. Dall’altra parte i settori della tecnologia dell’informazione e dei servizi ai consumatori, invece, sono stati influenzati negativamente dall’aumento dell’inflazione.
A livello di stile di investimento è emerso invece come storicamente la correlazione con gli indici di prezzo siano meno accentuate. Il fattore dividend-yield ha mostrato un’alta correlazione con l’inflazione principale, poiché le società che pagano dividendi tendono ad avere forti flussi di cassa prevalenti (a breve scadenza) che potrebbero beneficiare dell’inflazione. I fattori growth e beta invece risultano essere correlati negativamente con l’inflazione, in quanto gli investitori percepiscono l’aumento dell’inflazione come un precursore di alti tassi di interesse e di una crescita più lenta.
Infine lo studio ha evidenziato come rispetto al più generale indice azionario MSCI ACWI, gli indici MSCI ACWI Commodity Producers Index e MSCI ACWI Agriculture and Food Chain hanno performato meglio in periodi di inflazione. In media, il primo ha sovraperformato l’MSCI ACWI di 53 punti base (bps) al mese nei periodi di aumento dell’inflazione energetica, mentre il secondo di 49 punti base nei periodi di aumento dell’inflazione core.
Msci ha analizzato la correlazione tra i fattori industriali e di stile nel MSCI Global Equity Model for Long-Term Investors (GEMLT) e il cambiamento dell’inflazione da dicembre 1998 a maggio 2021Dallo studio è emerso come l’indice MSCI ACWI Commodity Producers Index abbia sovraperformato l’indice M…
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