Questo articolo è tratto dal numero di We Wealth di novembre 2024
Tra il 23 settembre e l’8 ottobre l’indice di riferimento dell’azionario cinese Csi 300 ha fatto un “grande balzo in avanti”, con un’elevazione superiore al 23%. In quel momento, quello cinese era un mercato azionario che un largo consenso di gestori globali dava per bollito. Fra settembre e ottobre, però, l’orientamento dei professionisti è cambiato: nel sondaggio dei gestori realizzato a metà ottobre da Bank of America su scala globale, la posizione lunga sulla Cina è diventato il terzo posizionamento più gettonato nella percezione degli operatori. Appena lo scorso settembre, la scommessa sul Dragone era la seconda più popolare, sì, ma al ribasso. A cambiare le carte, in tavola, come raccontato nelle ultime settimane, sono state un’ondata di stimoli monetari e promesse d’intervento fiscale. A settembre, le agenzie internazionali hanno anticipato come Cina intenda stimolare l’economia emettendo obbligazioni sovrane speciali per 2mila miliardi di yuan, destinati per metà a sostenere i governi locali indebitati e per l’altra metà a incentivare i consumi interni con sussidi e agevolazioni per l’acquisto di beni. Inoltre, Pechino valuta un’iniezione di capitale fino a mille miliardi di yuan nelle principali banche statali per favorire il credito, nonostante la domanda di prestiti resti debole.
L’orientamento positivo dei gestori sulla Cina traspare anche dalla nostra conversazione con Alexandre Drabowicz, chief investment officer di Indosuez WM e Andrea Germani, head of markets & investment solutions Indosuez WM Italia, secondo i quali “la Cina potrebbe beneficiare di ulteriori evoluzioni positive: rimaniamo positivi sui mercati emergenti in maniera diversificata, con la Cina che potrebbe fornire un ulteriore impulso, trainando anche il resto dell’Asia”.
Per prima cosa, un ripasso: in cosa consiste il cosiddetto bazooka cinese?
A fine settembre la Cina ha annunciato nuove misure di stimolo, le più significative dal 2015. Questo pacchetto, orientato principalmente al mercato interno, si articola su tre linee: politica monetaria, mercato immobiliare e mercato azionario. Il pacchetto sincronizzato di misure mira a creare un ciclo virtuoso, migliorando il sentiment di consumatori e investitori. L’entità e il tempismo delle misure hanno superato le nostre aspettative. Un contesto globale di disinflazione e politiche monetarie accomodanti, adottate anche dalla Fed a partire da settembre, offre alla PBoC spazio per ulteriori interventi, sostenendo la crescita interna senza penalizzare la valuta.
Come avete accolto questi annunci?
Riteniamo che le recenti misure vadano nella giusta direzione, dimostrando una chiara volontà politica di comunicare efficacemente e fornire stabilità a consumatori, investitori e aziende. Oltre a rafforzare la fiducia a breve termine, il mercato attende di vedere se la Cina aggiungerà una componente fiscale allo stimolo monetario per incentivare i consumi. La differenza tra crescita economica reale e performance del mercato resta una questione aperta. La buona notizia? I politici cinesi hanno indicato la possibilità di ulteriori misure per sostenere la crescita, alimentando le aspettative del mercato. Il pacchetto ha avuto un impatto significativo sui mercati azionari: l’Hang Seng China Enterprises Index e lo Shanghai Shenzhen CSI 300 Index sono saliti rispettivamente del 14% e del 16% (in USD) dal 23 al 27 settembre 2024. Partendo da una base bassa e da un forte sottopeso degli investitori globali, le misure hanno migliorato il sentiment, segnando l’inizio di un potenziale rally.
C’è spazio per credere che tutto questo rivitalizzerà la Borsa cinese anche nei prossimi mesi?
I principali fattori di supporto per il mercato sono le valutazioni molto basse, la continuazione di buyback azionari e un possibile ritorno dei flussi di investimento globali verso la Cina. Un altro potenziale catalizzatore è il Fondo Nazionale di Stabilizzazione, che la PBoC ha confermato di poter attivare. Per gli investitori in azioni cinesi la selettività nella scelta dei titoli rimane cruciale. Mentre alcuni considerano queste mosse come “troppo poco, troppo tardi”, noi le vediamo come un passo audace per stabilizzare le valutazioni azionarie, fermare la deflazione e ripristinare la fiducia dei consumatori. Rimaniamo positivi sui mercati emergenti in maniera diversificata, con la Cina che potrebbe fornire un ulteriore impulso, trainando anche il resto dell’Asia. Attualmente, gli investitori sono in gran parte assenti da questo mercato, il che è di buon auspicio per la continuazione del rally.
Quali sono le principali sfide che l’economia cinese dovrà affrontare?
Una volta impostata la politica monetaria, diventa cruciale l’efficacia dei meccanismi di trasmissione all’economia reale. Il sentiment di mercato è migliorato, come dimostrato dalla reazione positiva del mercato azionario, ma persiste lo scetticismo circa gli effetti duraturi sulla crescita economica e sul mercato immobiliare. Ad esempio, il programma di rifinanziamento della PBoC ha proceduto a rilento per la scarsa propensione all’acquisto di case, mentre i costruttori continuano ad affrontare difficoltà di accesso al credito. Sebbene si preveda che le famiglie risparmieranno 150 miliardi di yuan (0,1% del Pil) sui pagamenti ipotecari grazie ai tagli dei tassi di interesse, la debole fiducia dei consumatori potrebbe limitare l’aumento dei consumi.
Chi ha lasciato la Cina fuori dal portafoglio ha oggi una buona opportunità di acquisto di fronte a sé?
Rimaniamo ottimisti sui mercati emergenti diversificati, che includono la Cina, la quale potrebbe beneficiare di ulteriori evoluzioni positive. Per investire in modo mirato in Cina è necessario un approccio selettivo, preferiamo titoli a grande capitalizzazione, liquidi e ad alto rendimento nei settori internet e finanziario. Favoriamo anche i settori con aiuti pubblici, come automobili ed elettrodomestici.