Secondo le elaborazioni di Artnet e della Chinese Association of Auctioneers, le vendite di arte e antiquariato cinese al suo apice avevano raggiunto il 50% di quelle globali d’arte. Oggi, in pieno rallentamento dell’economia cinese, questa quota è scesa al 31% (i dati sono relativi al 2021). Vi sono però almeno otto punti chiave da considerare, come emerge dal Global Chinese Art Auction Market Report elaborato congiuntamente dai due enti.
8 punti chiave nel mercato attuale dell’arte cinese
Uno. La Cina acquista arte cinese in patria e altrove
Scambi per 7,4 miliardi di dollari a livello globale nel 2021, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente (sì, il 2020 è stato l’anno della pandemia, ma nel 2021 non se ne era ancora del tutto fuori); 5,9 miliardi di dollari nella Cina Continentale, dunque il 79% del totale. I restanti 1,5 miliardi sono stati generati dalle vendite all’estero di oggetti d’arte e di antiquariato cinesi, come dimostra il successo delle Asian Week delle più prestigiose case d’asta.
Due. Che bello fare shopping in Europa
Nei territori esterni alla Mainland China, è stata l’Europa a registrare la performance migliore. Qui, il valore totale delle vendite è aumentato del 48% rispetto al 2020, con una quota di mercato dei lotti di arte e antiquariato cinese pari al 44% delle vendite totali “estere”. Rallentano invece i due mercati principali non cinesi, ovvero l’Asia e il Nord America.
Tre. Prezzi in diminuzione
Escludendo la Cina continentale, le vendite in Asia sono cresciute del 4%. Il prezzo medio dei lotti è diminuito del 15%, benché il continente rappresenti ancora il 70% del valore totale degli scambi di arte cinese. Come mai? Il report addebita questo andamento al basso numero di lotti di arte cinese offerti dal 2020 in poi, con la maggior enfasi posta sull’arte occidentale da parte delle case d’asta operanti a Hong Kong.
Quattro. Gli acquisti in Cina
Nella sola Cina continentale, nel 2021 il valore totale delle vendite di oggetti di antiquariato e d’arte cinesi ha fruttato 1,7 miliardi di dollari, +72% rispetto all’anno precedente, superando le vendite delle opere calligrafiche. All’estero, le vendite della categoria sono cresciute del 41%.
Cinque. Pittura e calligrafia di pregio per tutte le tasche
Il valore delle vendite in questo caso è aumentato del 12% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un aumento dei volumi: i prezzi medi di vendita per questa – unica – categoria sono infatti diminuiti del 9%, a causa dell’aumento del numero di lotti nella fascia bassa di prezzo.
Sei. Arte moderna e contemporanea. Bene solo in Cina
L’arte cinese dal XX secolo in poi ha continuato a performare bene nella Cina continentale. Il numero di lotti venduti è aumentato del 43% dal 2021 al 2020. Il valore totale delle vendite è aumentato del 62%, fino a raggiungere i 701 milioni di dollari. Al di fuori della Mainland China tuttavia, il valore delle vendite afferenti a questa categoria è calato del 18%. Sono stati venduti meno lotti nella fascia alta di prezzo, mentre il prezzo medio è diminuito del 24%.
Sette. Chi compra, paga. O no?
Per quanto riguarda l’annosa questione dei mancati pagamenti successivamente alle aste nella Cina continentale, al 15 maggio 2022 solo il 46% dei lotti era stato pagato: si tratta del valore più basso negli ultimi 11 anni. Nella fascia alta delle aggiudicazioni, la situazione è persino peggiore: 37%.
Otto. Tantissime case d’asta
Nel 2021, il numero complessivo di case d’asta nella Cina continentale era di 680 unità, il numero più alto di sempre. Ma solo 202 risultavano attive. Il 42% delle case ha sede a Pechino, nella Mainland China la città più importante per le aste. All’estero, le società attive che organizzavano aste di arte e antiquariato cinese sono passate da 372 a 355.