Anche nel mondo imprenditoriale ho notato come molte aziende nel post pandemia abbiano deciso di puntare maggiormente sulle professionalità femminili. Per varie ragioni: le donne hanno dimostrato più forza, maggiore capacità di ripresa, di resilienza – per usare un termine che va molto di moda – e sono riuscite a essere più coscienti del momento negativo che stavamo attraversando, provando a credere con più convinzione nel futuro. La figura femminile ne è uscita migliore, più matura, più consapevole: forse perché la donna è per natura più ottimista dell’uomo.
Negli investimenti in passato le donne prediligevano soluzioni più “tranquille”, dai rendimenti certi, come le obbligazioni. Ora invece le investitrici sono molto orientate al nuovo, quindi agli investimenti sostenibili, quelli che rispettano i criteri Esg (environment, social, governance, ndr). L’attenzione all’ecologia e ai cambiamenti climatici non è certamente estranea al pensiero maschile, però prevale nella mentalità femminile. Le donne scelgono sempre più di investire in soluzioni che abbiano un impatto positivo, portando un miglioramento alla società. Questo grazie all’ottimismo che caratterizza la natura femminile, alla capacità di guardare avanti, di proiettarsi al futuro e non restare fermi su posizioni datate.
Quando si tratta di investire, le donne sono aperte al nuovo e disponibili anche a contribuire attivamente al rilancio del Paese, veicolando risorse sull’economia reale.
Dal 2017, proprio con l’obiettivo di dare una spinta all’economia italiana, sono nati i Pir (Piani individuali di risparmio), strumenti di investimento che hanno appunto l’obiettivo di convogliare il risparmio privato sulle piccole e medie imprese, l’ossatura della nostra economia. Per gli investitori questi prodotti presentano caratteristiche interessanti dal punto di vista fiscale, come la deducibilità delle somme investite. E le donne si informano molto di più anche su questo:
spesso le mie clienti mi fanno sapere di voler “comprare Italia”, investire nell’economia italiana.
In generale, lo stile decisionale delle donne, specie coloro che ricoprono posizioni di vertice, è più pragmatico, più maturo rispetto a quello degli uomini. La donna riesce, anche negli investimenti, a essere più concreta e ad arrivare al suo scopo immediatamente, pur comprendendo il profilo di rischio. Per fare un paragone con il mondo dello sport, le donne sono molto più interessate rispetto al passato al sistema delle scommesse, oltre a essere sempre più numerose tra i tifosi di tennis e calcio, come provano le immagini degli stadi degli Europei.
Le donne che investono rappresentano anche un modello da seguire per chi ha un po ‘più di timore a lanciarsi nel mondo della finanza. Quando costruisco un portafoglio di investimento parto sempre, come si fa nel nostro lavoro, da altri portafogli modello, appartenenti a clienti già esistenti.
I miei portafogli base sono tre e appartengono a tre donne: una manager, una vedova che segue i miei consigli per amministrare il suo patrimonio e infine un’ereditiera che ha scelto uno stile di vita molto particolare. Sono tre modelli completamente diversi, da cui prendo spunto anche quando costruisco un portafoglio per un cliente di sesso maschile.
Per le investitrici il mio consiglio è affidarsi a un consulente finanziario che abbia esperienza, e che possibilmente sia donna: proprio perché noi donne siamo più pronte a migliorarci, a formarci, a rinnovarci sotto tutti i punti di vista. Suggerisco quindi di scegliere una professionista proprio in virtù di questa caratteristica, tipica della natura femminile: la volontà di migliorare e mettersi in discussione giorno per giorno.