Se il 2022 è finito in archivio come un anno in “chiaro-scuro” per il vino italiano, dove a buoni
risultati di mercato raggiunti dalle imprese si sono affiancate criticità sfidanti sulle prospettive
future, come sarà invece il 2023 per i vini da investimento? A dare una risposta sono 625 membri
del Liv-ex che rappresentano il top del commercio mondiale di fine wine, coinvolti in un sondaggio
sulle aspettative da qui fino a fine anno. Ebbene, emerge un discreto ottimismo: il 38% si dice
“piuttosto ottimista”, contro il 21% di chi si dichiara “piuttosto pessimista”, mentre il 34% dà un
parere “neutrale” ed un 5% addirittura “molto ottimista”.
Le sfide
Su un punto converge il 54% degli investitori: la più grande sfida del 2023 riguarda l’economia
globale. Tra questi, il 30% prevede una recessione globale accompagnata da difficoltà in diverse
regioni, mentre il 20% ha citato la volatilità della valuta come principale motivo di preoccupazione.
La seconda grande sfida è la supply chain con il commercio verso la Gran Bretagna più farraginoso
e le difficoltà nei rapporti commerciali con la Cina. Ma pesa anche la scarsità dell’offerta,
riferendosi alla 2021 di Borgogna e in generale agli Champagne di annata. Temi anche tu volatilità
e valuta quando pensi a un investimento in vino? Investire in vino pregiato e con una ottica a
lungo termine potrebbe essere una soluzione.
Gli spunti positivi
In questo contesto, nel 2023 sono attesi aumenti negli acquisti di Champagne (9%) e Californiani
(5%), ma anche di vini di Rodano e Toscana. C’è anche chi ha rilevato una spesa media superiore, a
fronte però di un volume di acquisti inferiore. E la ripresa degli ordini dall’Asia.
Vuoi puntare su questi potenziali upside?
Il tema più gettonato del 2023 riguarda la Borgogna per la quale le attese sono di un calo dei
prezzi, ormai insostenibili, ma anche la volontà di focalizzarsi su marchi più speculativi, come
Arnoux-Lachaux, nella convinzione che i bianchi continueranno comunque a crescere.
Hai questi vini in portafoglio o ritieni sia il momento di comprare? In rampa di lancio ci sono anche
altri territori, a partire dal Piemonte e dal suo Barolo, indicato da molti come il vino del desiderio
per il 2023. La domanda dovrebbe crescere anche per i vini della California, così come per gli
Champagne dei produttori emergenti. Tra le altre previsioni, il ritorno dell’interesse asiatico per il
mercato dei fine wines, specie da Giappone, Taiwan, Singapore e Corea del Sud.
Secondo le stime di Nomisma poi “i vini italiani dovrebbero soffrire meno, al pari dei vini locali e ci
sarà un buon focus sui vini bio”. In questo quadro di moderato ottimismo gli spunti per investire nel vino nel 2023 non mancano.
LE OPPORTUNITÀ PER TE
- Come orientarsi? Su quali bottiglie italiane? Quali sono i vini bio da investimento?rima domanda?
- Se non ho mai investito in Borgogna è possibile che il 2023 sia un buon momento “d’entrata”?
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