Essere annoverato tra gli High net worth individual d’America? Non basta un patrimonio netto di un milione di dollari. A far emergere quella che è un’evidenza – più che, logicamente, una soglia aprioristica – è l’edizione 2019 della Modern wealth survey di Charles Schwab. I partecipanti allo studio della società, infatti, hanno dichiarato che per essere considerati ultra ricchi negli Stati Uniti si deve possedere in media 2,3 milioni di dollari. Una ricchezza “oltre 20 volte superiore all’effettivo patrimonio netto medio delle famiglie statunitensi”. Si tratta anche di un leggero calo rispetto alla media di 2,4 milioni di dollari registrati nelle precedenti edizioni del report.
Dalla survey di Charles Schawb emerge un’ulteriore evidenza: all’aumentare dell’età cresce anche il patrimonio necessario per essere considerati ‘ultra ricchi’. Per i baby boomers (con un’età compresa tra i 55 e i 73 anni) infatti, per considerarsi ricco è necessario possedere 2,6 milioni di dollari, il 35% in più rispetto alla cifra ‘di ammissione’ ipotizzata dai Millennials. Perché invece qualcuno possa essere considerato semplicemente ‘ricco’, il patrimonio netto necessario si riduce in maniera significativa. L’importo medio è di 1,1 milioni di dollari e, solo per la Generazione Z (tra i 9 e i 22 anni, anche se il campione di Charles Schwalb è comprensibilmente ridotto ai 18-22enni), può essere anche inferiore al milione, precisamente pari a 909.600 dollari.
La Modern Wealth Survey – che ha considerato un campione di 1.000 americani tra i 21 ed i 75 anni – ha inoltre evidenziato che la maggior parte dei ricchi statunitensi è più orientata a investire in immobili. Il 54% dei partecipanti alla surey, infatti, ha detto che l’acquisto di un immobile sarebbe la scelta più gettonata nel caso in cui ricevessero un milione di euro extra. Il 28% utilizzerebbe quel milione per ripagare un debito, il 23% lo dirotterebbe sugli investimenti e il 21% lo metterebbe da parti. Nel confronto tra generazioni è emerso che la Gen Z sarebbe la più propensa al risparmio di almeno parte del patrimonio (37%). La generazione dei Millennials, nativa digitale, fa emergere infine una considerazione sulle ‘cattive influenze’ nel mondo degli investimenti Hnwi. I più giovani riferiscono infatti che il mondo dei social media li ha influenzati negativamente nella gestione del proprio patrimonio.