M&A: ad aprile il volume di fusioni e acquisizioni è sceso dell’80% rispetto a dicembre 2019
A giugno però sono arrivati i primi segnali di ripresa, con i deal alternativi sempre più protagonisti del mercato
Stando ai risultati del sondaggio BCG’s M&A Pulse Check, il 75% dei manager ha intenzione di mantenere o aumentare l’attività di JV&A e circa il 40% ritiene la fase attuale propizia per intraprendere nuovi deal alternativi
Dopo lo stop provocato dal lockdown, i deal alternativi (operazioni societarie che non rientrano né nei classici deal M&A né di private equity, ndr) si posizionano sempre più al centro del mercato dell’M&A globale. Questo il quadro emerso dall’edizione 2020 del Global M&A report di Bcg.
Stando al report, nel primo semestre 2020, dopo un avvio cauto, l’attività di M&A è diminuita drasticamente con lo scoppio della pandemia. In particolare, ad aprile il volume di fusioni e acquisizioni è sceso dell’80% rispetto a dicembre 2019, un dato peggiore di quello registrato nella fase acuta della crisi finanziaria 2008-2009. A giugno però sono arrivati i primi segnali di ripresa, con le aziende e fondi di investimento che sono tornati in cerca di opportunità di crescita, complici il calo delle valutazioni e le difficoltà di alcune società molto indebitate. In un clima ancora caratterizzato da una forte incertezza, e in cui prevale tuttora la prudenza, Bcg evidenzia come le imprese stiano volgendo sempre più lo sguardo verso deal alternativi per condividere rischi e investimenti. I deal in cui le società acquisiscono partecipazioni di minoranza stanno infatti prendendo sempre più piede e la ricerca registra un crescente interesse da parte delle aziende per operazioni M&A non tradizionali, quali joint-venture, alleanze (già a livelli record nel 2019) e corporate venture capital. In particolare, stando ai risultati del sondaggio
BCG’s M&A Pulse Check, il 75% dei manager ha intenzione di mantenere o aumentare l’attività di JV&A e circa il 40% ritiene la fase attuale propizia per intraprendere nuovi deal alternativi.
“La tendenza alle collaborazioni industriali è evidente anche in Italia, specie fra operatori di mondi un tempo diversi e ora sempre più convergenti, come il settore finanziario e quello tecnologico” ha commentato Nicola Cavallo, principal di BCG ed esperto di M&A, sottolineando che “è probabile che con il riacutizzarsi della crisi sanitaria ed economica molte imprese preferiranno impegnarsi in joint-venture e alleanze piuttosto che in acquisizioni o fusioni, più onerose e caratterizzate da maggiori rischi”.
Tuttavia, non bisogna sottovalutare i rischi di questo tipo di operazioni. Stando alla ricerca, circa il 40% dei deal alternativi non raggiunge gli obiettivi finanziari e/o strategici dichiarati e meno della metà delle joint-venture e alleanze produce nel lungo termine risultati per gli azionisti superiori alla media di settore. “Per massimizzare il valore dai deal alternativi, le aziende dovrebbero seguire una serie di best practice” evidenzia Bcg, precisando che, al pari delle fusioni e acquisizioni, joint-venture e alleanze richiedono due diligence approfondite, solidi patti di gestione e team di esperti M&A dedicati all’operazione a lungo termine.
M&A: ad aprile il volume di fusioni e acquisizioni è sceso dell’80% rispetto a dicembre 2019A giugno però sono arrivati i primi segnali di ripresa, con i deal alternativi sempre più protagonisti del mercatoStando ai risultati del sondaggio BCG’s M&A Pulse Check, il 75% dei manager ha intenzi…