La longevity e il cambiamento demografico, da trend di passaggio a due dei temi più urgenti per il settore del wealth management. Questo è stato il focus di una delle tavole rotonde organizzate da We Wealth durante il Wealth Management Summit, con Silvia Agnelli, Senior Managing Director, Consulting & Engineering di DXC Technology Italia, e Giovanni Andrea Incarnato, Italy Wealth & Asset Management Sector Leader di EY, che hanno offerto una visione unica su come l’industria dovrebbe adattarsi.
Un welfare adattabile alle diverse età della vita
Il modello di gestione della vita deve evolversi superando le tradizionali categorie generazionali, seguendo i tempi e non rimanendo cementato in una classificazione non più suffciente. Non basta più segmentare la popolazione per fasce d’età come Boomer o Millennials, ma è necessario strutturare un approccio flessibile, capace di adattarsi alle esigenze individuali. “La pianificazione per obiettivi e il fine-tuning continuo,” spiega Incarnato, “sono fondamentali per garantire un welfare al passo con i cambiamenti di vita.”
La pianificazione del decumulo: un nuovo approccio al risparmio
In Italia, la longevità impone anche di ripensare il concetto di decumulo: non si tratta solo di accumulare risorse per la pensione, ma anche di pianificarne l’utilizzo in modo da mantenere la qualità della vita nella fase Silver, dopo il pensionamento. Incarnato sostiene che il wealth management deve considerare questo cambiamento, aiutando le persone a trovare valore non solo nel sostentamento, ma anche nella prevenzione di rischi sanitari legati all’età avanzata, tema particolarmente sentito oggi.
Verso un modello olistico di benessere
Silvia Agnelli ha proposto un approccio olistico alla longevity, sottolineando come sia cruciale integrare dimensioni sociali e sanitarie. L’Italia, secondo i dati Eurostat, è uno dei paesi più anziani al mondo e questo rende il modello sanitario e pensionistico insostenibile nel lungo termine. DXC Technology, ad esempio, ha avviato collaborazioni strategiche per migliorare la gestione dei dati e costruire modelli flessibili che seguano il cliente in ogni fase della vita. L’uso dei dati diventa quindi essenziale per creare percorsi di valore che si adattino all’intero ciclo vitale.
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Educazione e formazione continua: un welfare proattivo
L’educazione gioca un ruolo determinante nel mantenere la popolazione attiva e produttiva, anche nella terza età. Di fondamentale importanza è creare opportunità di apprendimento continuo, un punto essenziale affinché le persone possano mantenersi attive all’interno della società, anche fuori dal contesto lavorativo. Questo aspetto, sostenuto anche da piattaforme educative dedicate, è particolarmente importante per un welfare che valorizzi le competenze delle generazioni più anziane.
Investimenti sostenibili per la salute
La longevità implica anche un sostegno a settori specifici, come la sanità assistenziale per gli anziani. Incarnato, in tal senso, propone un modello in cui il wealth management diventi un partner del benessere, favorendo investimenti privati che possano sviluppare infrastrutture e servizi per la cura delle patologie senili. Questo approccio permetterebbe di creare valore sia per gli investitori sia per il sistema sanitario nel suo complesso, contribuendo al contempo a migliorare la qualità della vita.
Il wealth manager come partner di vita
La conclusione a cui giungono i due esperti è chiara: il wealth manager del futuro dovrà essere più di un semplice consulente finanziario. Incarnato e Agnelli convergono sull’idea di un wealth management capace di rispondere in modo dinamico alle esigenze di una società longeva, diventando un vero e proprio partner di vita, pronto a sostenere sia la dimensione patrimoniale sia quella del benessere personale.