Il carosello delle previsioni per il prossimo anno è pressoché completo e a guidare la squadra degli orsi è un peso massimo di Wall Street: JPMorgan. Nell’outlook 2024 la banca guidata da Jamie Dimon ha previsto un livello target per l’S&P 500 di 4.200 punti, che implicherebbe un calo di circa l’8% rispetto ai livelli attuali dell’indice azionario statunitense di riferimento.
“In assenza di un rapido allentamento monetario da parte della Fed, ci aspettiamo un contesto macro più difficile per le azioni il prossimo anno, con un rallentamento dei consumi in un momento in cui il posizionamento e il sentiment degli investitori si sono per lo più ribaltati”, ha scritto il capo strategist azionario di JPMorgan, Dubravko Lakos-Bujas, in una nota, “ci aspettiamo un contesto macro più difficile per i titoli azionari l’anno prossimo, con un ammorbidimento delle tendenze dei consumatori in un momento in cui il posizionamento e il sentiment degli investitori si sono per lo più invertiti”, ha proseguito lo strategist, “in assenza di significativi sostegni di politica monetaria o fiscale, riteniamo che le ipotesi di crescita del consenso a questo punto siano più speranzose che realistiche”.
L’ipotesi attualmente prezzata dal mercato è che la Federal Reserve porterà il range di riferimento dal 5,25-5,5% attuale al 4-4,25% entro fine 2024 – il che implicherebbe cinque tagli da 25 punti base. “Con 130 punti base di tagli ora prezzati nel mercato dei futures sui fondi della Fed entro la fine del 2024, gli investitori hanno posto una barra alta per i tagli da effettuare”, ha affermato il cio di Morgan Stanley, Mike Wilson in un podcast del 4 dicembre.
Nelle scorse settimane la stessa JPMorgan aveva espresso visioni controcorrente rispetto al consenso generale, ritenendo ancora probabile una recessione economica in grado di vanificare i recenti rialzi di Wall Street. “Nelle azioni, manteniamo una posizione difensiva e non siamo disposti a inseguire il rally delle ultime due settimane”, aveva dichiarato il capo strategist globale di JPMorgan, Marko Kolanovic, lo scorso 13 novembre, “la nostra posizione difensiva si basa sull’aspettativa che una recessione avrà luogo l’anno prossimo”.
E’ opportuno ricordare che le previsioni di fine anno possono essere considerate più una fotografia delle aspettative presenti, visto che statisticamente si osserva quasi sempre un ampio divario tra la media delle previsioni e i risultati effettivi dei mercati.
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L'esercizio delle previsioni, un outlook al bivio
Stando alla media delle previsioni delle case d'investimento, il 2024 dovrebbe essere un anno di tiepido rialzo per le azioni, dopo la sorpresa positiva di quest'anno guidata dalle sette magnifiche azioni tecnologiche. Tuttavia, le visioni sono piuttosto contrastate, anche limitandosi alle quattro grandi banche Usa.
Mentre per lo “storico orso” Mike Wilson di Morgan Stanley il target è appena ribassista a quota 4.500 punti, le altre due big bank americane, Goldman Sachs e Bank of America vedono un S&P 500 in rialzo rispettivamente a 4.700 e 5.000 punti. Quest'ultimo livello andrebbe a segnare un nuovo massimo storico.
A complicare l'esercizio "divinatorio" di quest'anno ha contribuito il rialzo a sorpresa di Wall Street, in cui il boom dell'intelligenza artificiale ha spinto un pugno di titoli tecnologici che, sulla carta, avrebbero dovuto incontrare difficoltà in un contesto di tassi d'interesse crescenti. Secondo alcuni osservatori la corsa di questo comparto potrebbe esporre a un rischio bolla, per altri, invece, il vantaggio dei titoli che hanno corso quest'anno è giustificato da tassi di crescita che si manterranno molto elevati.
La sovraperformance delle “magnifiche sette” sul cosiddetto S&P 493 non sembra preoccupare il cio di Goldman Sachs, David Kostin: “Le stime degli analisti mostrano che le aziende tecnologiche di grande capitalizzazione aumenteranno le vendite a un tasso annuo composto dell'11% fino al 2025, rispetto al solo 3% per il resto dell'S&P 500”, aveva scritto Kostin in una nota del 15 novembre. I margini netti delle Magnifiche sette sono doppi rispetto al resto dell'indice, e secondo il consenso, ci si aspetta che questo divario persista fino al 2025, ragioni per le quali, secondo Kostin, il divario nelle valutazioni fra le big tech e le altre azioni è giustificato.
Per la responsabile della strategia patrimoniale Usa di Bank of America, Savita Subramanian, l'atteggiamento particolarmente ottimista di BofA sull'S&P 500 deriva non tanto dai previsti tagli dei tassi, ma dal “come le aziende si sono adattate” ai rialzi effettuati fin qui: “gli utili per azione possono accelerare anche mentre il Pil rallenta, e il riposizionamento produttivo è stato identificato dalle aziende come un vento favorevole”.