Il Dow Jones nella giornata di martedì ha superato la soglia dei 30mila punti. Ma è tutto il mercato che va al rialzo. Nelle ultime tre settimane a livello mondiale le Borse sono cresciute del 14%; Piazza Affari del 25%
I titoli che hanno guadagnato di più dopo gli annunci dei vaccini sono i titoli value, anche se rimangono in forte contrazione guardando alla performance da inizio anno
C’è da aspettarsi un mercato toro per i mesi a venire? We Wealth lo ha chiesto a Mauro Vicini, responsabile operativo di The Intermonte Eye
Spesa pubblica e moneta al servizio dei mercati
I mercati nelle ultime tre settimane hanno avuto giorni di fibrillazione e di grandi rialzi sulle ali degli annunci, scanditi di lunedì in lunedì, dei vaccini. Le Borse hanno preso il 14%%, la sola Piazza Affari il 25%. Numeri importanti che testimoniano, a detta di Vicini, una reazione emotiva degli investitori, rei di un eccesso di pessimismo ad ottobre. Quali sono i driver che spingono i mercati al rialzo? Oltre naturalmente al discorso vaccini e la conseguente ripresa economica, ce ne sono almeno altri due. “Sui mercati c’è molta attesa per i primi interventi dell’amministrazione Biden” spiega Vicini che continua: “Alcune scelte sono già state molto apprezzate, in particolare la nomina di Janet Yellen, ex Fed, il cui nome apre alla prospettiva di una nuova manovra fiscale molto ampia a sostegno dell’economia usa”. Le prime avvisaglie si sono notate sul dollaro, il cui cambio con l’euro è scivolato fino ad arrivare a 1,19. Dollaro sta scivolando che ieri ha toccato l 1,19. Il secondo grande tema è quello del sostegno monetario. L’atteggiamento di “wait and see” delle banche centrali non fa sorgere dubbi ai mercati. “Se le condizioni dell’economia dovessero peggiorare, cosa che dovrebbe accadere con gli effetti del secondo lockdown, la Bce, la Fed e la Banca del Giappone hanno già annunciato che sono pronte ad intervenire”. Infine gli elementi che potrebbero invertire la direzione della corsa del mercato sono due: “vaccini dagli effetti meno positivi del previsto e la decisione delle banche centrali di invertire la tendenza dei tassi”
La rotazione premia i value ma i growth resistono
Sulle ali della promessa ripresa economica le performance migliori in questi giorni le hanno registrate i titoli value in particolare quelli petroliferi, finanziari, assicurativi e dell’automotive, scesi all’inferno negli ultimi mesi. Dal Dow Jones al S&P 500 tutti gli indici con una forte composizione su questi settori sono andati molto beni. La rotazione a danno dei rivali growth tuttavia non è stata completa e tantomeno lo sarà. “Il rapporto attuale tra growth e value non seguirà la traiettoria di quello attuale tra oro e petrolio. Il primo, arrivato ai massimi storici ad agosto, ha perso il 5% nell’ultimo mese. Il secondo, sceso negli inferni in primavera, ha guadagnato il 30% da inizio novembre” spiega Vicini che sottolinea come Tesla abbia superato proprio in questi giorni i 500 miliardi di capitalizzazione. Ad ogni modo questo fine anno e buona parte del 2021 dovrebbe essere all’insegna dei titoli value, che hanno ancora molto terreno da recuperare. “Titoli come Chevron e Boeing hanno guadagnato nell’ultimo mese il 30% ma della stessa entità è la performance da inizio anno solo con il segno meno. La strada per arrivare ai livelli pre crisi è ancora lunga”