L’offerta di assicurazioni “digitali” vendute tramite il canale bancario, il cosiddetto modello bancassurance, è destinata ad aumentare: nel 2022 solo 20% delle banche italiane ha distribuito prodotti assicurativi online, ma è una quota destinata a salire a 90% entro il 2030; anche perché l’80% del target bancario è oggi digitale.
Entro la fine 2023, inoltre, circa il 50% delle banche utilizzerà strumenti digitali per la vendita di polizze assicurative. E’ quanto emerge dall’ultima indagine dell’IIA – Italian Insurtech Association, che ha coinvolto oltre 100 istituti bancari, composti all’80% da istituti italiani e dal restante 20% internazionali.
“La digitalizzazione del settore finanziario è la via per avvicinare i prodotti bancari e assicurativi ad una nuova tipologia di cliente che si muove unicamente nel mondo online, che non apre conti in banca e che non chiama gli intermediari”, ha dichiarato Simone Ranucci Brandimarte, presidente di IIA, “nell’ultimo anno abbiamo assistito a importanti collaborazioni nell’ambito della digital bancassurance, tra cui Banca Sella e Yolo, che evidenzia come le banche abbiano capito l’importanza di muoversi verso un’offerta omnichannel, affidandosi a player del mondo insurtech”.
Nel 2021 infatti il comparto bancassurance ha avuto una rilevanza soprattutto nel ramo danni, avendo accumulato il 7,8% dei premi danni totali del mercato, per un valore di 39,1 miliardi euro, contro il 2,9% del 2009. Tuttavia solo una piccola parte dei premi arriva da canali di bancassurance digitale che ha raccolto appena 100 milioni di euro nel 2022. Sono cifre destinate a crescere secondo le stime dell’Italian Insurtech Association, che prevede 2,5 miliardi di volumi di prodotti venduti entro il 2025, e oltre 14 miliardi nel 2030, con sempre con il traino del ramo danni.
E nel ramo vita cosa accadrà? Per il momento attira minori investimenti per la sua digitalizzazione, la cui distribuzione attuale è 80% sul danni, 10% salute e un ultimo 10% prprio sul ramo vita. Questo, ha dichiarato Brandimarte, rappresenta le attese del settore sui ritorni nel breve termine – con un orizzonte che va al 2030. Questo, ha aggiunto il presidente dell’IIA, non significa che il vita non andrà incontro, pur con un certo ritardo alla digitalizzazione (“posso dire che avverrà entro i prossimi vent’anni senza timore di essere smentito”). Per il momento una delle polizze vita che sta riscuotendo maggior interesse in termini di offerta digitale è la Tcm (temporanea caso morte).
Su quali tipologie di assicurazioni andrà ad ampliarsi la proposta delle banche? Tra i modelli più utilizzati l’IIA ne ha citati tre principali:
- Embedded Insurance: l’offerta assicurativa viene integrata durante il processo di acquisto dell’offerta core o nelle carte di credito o conti correnti al fine di arricchire la proposizione;
- A scaffale: ingaggio del cliente sul sito e app del partner e finalizzazione dell’acquisto in ambiente partner
- Phygital: ingaggio della rete fisica nella distribuzione online di soluzioni innovative su piattaforma dedicata
“L’evoluzione della digital bancassurance è in corso ma è chiaro che per raggiungere livelli di competizione ottimale c’è ancora molta strada da fare”, ha aggiunto Brandimarte, “il sistema bancario italiano per anni è appoggiato ai canali fisici e ora è chiamato a migrare totalmente nell’universo digitale. Per accelerare questo passaggio una soluzione può essere la collaborazione tra banche e aziende insurtech, che in quanto native digitali posseggono il know-how e le competenze per offrire ai clienti le soluzioni richieste. Ma è chiaro che in una fase più matura le banche dovranno mettere a sistema una serie di iniziative per aggiornare le proprie competenze e migliorare l’offerta, passando da prodotti standardizzati a un maggiore livello di personalizzazione e rilevanza, studiati per essere venduti in modalità stand-alone”.