Nel corso degli anni si conoscono molte persone, molti progetti diversi tra loro che fanno individuare soluzioni di investimento, protezione e tutela differenti e personalizzate.
Una cosa però accomuna invece molte (altre) persone, che non hanno mai approcciato un investimento o che ne sono rimaste “scottate” o, peggio, deluse: la paura (di investire).
Questa non vuole essere un’indagine sulla psicologia delle persone, non ne ho le competenze, ma dopo diversi anni di professione e di ascolto credo di poter azzardare una analisi, una “fotografia” e provare a dare un pizzico di valore aggiunto… uno spunto di riflessione.
Alla domanda “perché investire?” Possono essere date numerose risposte, dalle più provocatorie “perché NON investire?” (Trovo però che rispondere con un’altra domanda non sia proprio il massimo, ecco…) alle più competenti… tuttavia non c’è una risposta univoca. Diventa importante che chi si pone la domanda sia però disposto all’ascolto, non tanto del consulente quanto di se stesso.
E’ normale avere di paura di ciò che non si conosce o che si comprende poco; il processo cognitivo è complesso, bisogna capire alcune dinamiche, per diventare investitori sarebbe necessario avere obiettivi… ne ho parlato spesso… bisogna trovare la forza di affidarsi, il che non è semplice.
Spesso poi si cercano situazioni che avvalorino le nostre tesi… “Anche i miei migliori amici non investono” ne è un esempio, ma non vuol dire certo che sia la soluzione più giusta per noi (e per loro).
Ma torniamo alla domanda… alla paura, e chiedetevi se avete tutte le informazioni che servono per comprendere la fondatezza dei vostri timori…
I giornali non aiutano davvero! Un esempio? Quante volte avete letto: “bruciati i soldi in borsa” e quante invece “sono spuntati soldi in borsa!”? Il secondo mai, il primo titolo molte volte. Tralasciando la volontà giornalistica sempre più dilagante di rendere sensazionale un articolo, ma davvero si pensa che in borsa si distrugga (o si crei) denaro?
NIENTE DI TUTTO CIÒ: IN BORSA NON SI DISTRUGGE NÈ SI CREA NIENTE! Il denaro viene sempre scambiato.
Sul mercato finanziario ci sono dei “beni” il cui valore aumenta o diminuisce.
Quando leggete la “notiziona” bruciati… è perché alcuni beni vengono scambiati ad un valore sempre più basso, quindi valgono sempre di meno ma esistono ancora!
Tutto ciò (borse in calo) significa che serve sempre meno denaro per comprare quel determinato bene, ma qualcuno che lo compra c’è!
È in fondo il bello della borsa: c’è sempre una controparte che la pensa esattamente in maniera opposta a come la pensiamo noi!
Generalmente non c’è un unico motivo che spinge ad avere paura, ma uno dei più gettonati è “ho paura di perdere…”. Ringrazio un collega che mi ha dato lo spunto di comprendere come probabilmente questa paura, di nuovo generata da mancanza di informazioni, chiarimenti, spiegazioni e racconti, si regga su uno (pseudo) postulato: i guadagni in borsa succedono per caso.
Ora, sebbene nessuno sappia cosa succeda “domani” con esattezza sui mercati, il postulato potrebbe essere tradotto: ho sottoscritto un investimento, ho guadagnato, “meno male! E’ andata bene!! Che fortuna!”.
Aiutatemi a capire…. Davvero pensate che l’investimento in sé sia una moneta da lanciare in aria? Io le mie risposte concrete e documentabili le ho, sono figlie di disciplina e metodo soprattutto, eppure cerco di capire quali sono le dinamiche che entrano in gioco per determinare quei percorsi mentali che portano alla paura di investire, perché dare del valore aggiunto in questo caso non è semplice, fornire un aiuto concreto per razionalizzare una paura è proprio difficile.
Ci provo…
Non può essere solo la paura di perdere, perché in un contesto come quello attuale, tutti sappiamo come l’inflazione eroda il capitale fermo sui conti correnti (a giugno 2021 erano 1.715 miliardi! Quindi è un timore, quello preso in esame, molto diffuso… anche perché le banche tradizionali non mi risulta che siano state così vicine ai clienti nel 2020, con pazienza e dedizione, con il dialogo e la comprensione… ma questo è un altro film) e non raccontiamoci che l’inflazione è bassa perché basta confrontare quanto abbiamo pagato oggetti acquistati nel 2020 e quanto costano oggi… Se avessi veramente paura di perdere, dovrei quanto meno provare a non perdere potere reale.
“Quindi dovrei investire qualcosa, ma preferisco l’inflazione ad una perdita di mercato”. Eccola una delle risposte tipiche all’evidenza di cui sopra…
Sarebbe da analizzare veramente (e lo ha fatto Khanneman, psicologo premio Nobel per l’economia) perché si preferisce una perdita certa rispetto ad una eventuale. Siamo nella irrazionalità, il che non vuole essere una accusa né una critica, sto solo cercando di capire se veramente si pensi che sia il caso a muovere i mercati.
Cosa origina questa sensazione, questa idea che guadagni e perdite avvengano per caso?Molte cose: Disinformazione, informazioni distorte, mancanza di evidenze empiriche e, soprattutto, mancanza di un metodo.
Oltre a il “non conoscere”, che limita fortemente la voglia di avventurarsi su qualcosa di ignoto, si teme di perdere tutto quanto investito.
Oggi ho qualcosa che potrei non avere più domani.
Beh non è proprio così… Anzi non è così.
“Investire è rischioso”, certamente, ma il rischio è gestibile, non è certo un alea del tutto indipendente. Poi c’è rischio e rischio…
Se compro una azione singola dipendo dal mercato ma anche, e soprattutto direi, dalla azienda su cui sto investendo.
Casi di fallimento ce ne sono stati in passato…
Se invece comprassi azioni rappresentative non del capitale di una singola azienda ma di un intero indice, è impossibile che il nostro capitale vada a zero. Impossibile.
Non è certo garanzia di non perdere ma ci sono strumenti che aiutano a comprendere cosa potrebbe accadere ai nostri investimenti, con una probabilità piuttosto alta direi. Li conoscete? Li avete mai visti? Ve ne hanno mai parlato?
Per non parlare poi di come sia possibile misurare e gestire i rischi finanziari in genere, permettendo di raggiungere nel tempo gli obiettivi di rendimento desiderati.
“Se perdo, chissà quanto ci vuole per recuperare”. Ci sono strumenti statistici che permettono ex ante di fare proprio queste valutazioni, è uno dei criteri fondamentali della pianificazione. E per statistica non si intende testa o croce, bene bene o male male. Ci sono strumenti che aiutano a comprendere le evoluzioni nel tempo del capitale investito.
Come uscirne?
Serve che ci si pongano maggiori domande e fare un percorso introspettivo razionale che delinei una evidenza empirica: non è il caso a far rendere i nostri soldi!
Serve qualcuno di competente con cui confrontarsi.
La finanza è materia complessa ma certe nozioni possono essere rese semplici. Certo serve predisposizione all’ascolto, da entrambe le parti.