Il ministero dell’Economia ha annuciato quattro Btp, con scadenze dal 2028 al 2038. Complessivamente i tre titoli potranno raccogliere fino a 8,5 miliardi, escluse le aste supplementari.
Per prenotare l’acquisto c’è tempo fino al 10 aprile; è possibile fare riferimento agli sportelli bancari e postali, oppure attraverso il proprio home banking, se abilitato alle funzionalità di trading.
Di seguito le caratteristiche dei titoli:
Tipologia titolo | Vita residua | Codice ISIN | Tranche | Emissione | Scadenza | Cedola annuale | Data pagamento cedola | Importo Min. offerto (mln. €) | Importo Max. offerto (mln. €) |
BTP 3 Anni | in corso di em | IT0005641029 | 3ª | 17/03/2025 | 15/06/2028 | 2,65% | 15/06/2025 (**) | 3000 | 3500 |
BTP 7 Anni | in corso di em | IT0005619546 | 8ª | 29/10/2024 | 15/11/2031 | 3,15% | 15/05/2025 | 2000 | 2500 |
BTP 10 Anni | 7 anni | IT0005466013 (*) | 14ª | 01/11/2021 | 01/06/2032 | 0,95% | 01/06/2025 | 1250 | 1500 |
BTP 15 Anni | 13 anni | IT0005496770 | 14ª | 01/03/2022 | 01/03/2038 | 3,25% | 01/09/2025 | 1000 | 1500 |
Perché inserire i Btp in portafoglio
I Btp rappresentano una scelta consolidata per i risparmiatori italiani, grazie al trattamento fiscale agevolato. Con un’aliquota del 12,5% sui rendimenti, nettamente inferiore al 26% applicato alla maggior parte degli altri strumenti finanziari, questi titoli di Stato partono da una posizione competitiva rispetto ad altre forme di investimento.
Tuttavia, il loro acquisto richiede una pianificazione attenta, soprattutto in relazione alle scadenze. È fondamentale scegliere titoli con una durata coerente con i propri obiettivi finanziari, in modo da recuperare il capitale in momenti strategici, come spese familiari o investimenti futuri.
Chi decide di vendere un Btp prima della scadenza deve considerare l’impatto delle variazioni di prezzo sul mercato: il valore potrebbe essere superiore o inferiore rispetto all’investimento iniziale, esponendo l’investitore al rischio di mercato. Al contrario, mantenere il titolo fino alla scadenza assicura il rimborso del capitale nominale, eliminando questa incertezza.
Rimane comunque il rischio di credito, ossia l’eventualità che lo Stato italiano non sia in grado di onorare i propri debiti. Sebbene lo scenario di un default sovrano sia considerato poco probabile, gli investitori dovrebbero sempre diversificare il portafoglio, valutando il proprio profilo di rischio e, se necessario, consultando un consulente finanziario per una strategia bilanciata.