Nel contesto attuale, esiste un mercato in cui il ritmo di innovazione tecnologica è pari solo al grado di cambiamento delle preferenze e di adozione da parte dei consumatori. Bny Mellon vi scommette
Al di là di Brexit, volatilità, Fed, guerre tariffarie, c’è – secondo Bny Mellon – un enorme rischio latente sotteso all’economia globale nel 2019. Quello che Shamik Dhar, economista capo di Bny Mellon IM, chiama “gigante addormentato”: è l’inflazione. Questa sconosciuta, sarebbe il caso di dire.
Il rischio dei prezzi
Se i prezzi dovessero impennarsi, l’outlook Bny Mellon per il nuovo anno, che pure è positivo, cambierebbe all’improvviso colore, diventando negativo. In tal caso la Federal Reserve aumenterebbe i tassi molto più rapidamente di quanto pianificato, e gli asset più rischiosi sconterebbero forti ribassi. Il dollaro si rafforzerebbe e ne farebbero le spese gli asset emerging, per esempio. Una eventuale convergenza dei tassi globali su quelli americani poi, creerebbe turbolenze su tutti i mercati finanziari.
Quello del ritorno dell’inflazione è uno “stato del mondo” di cui bisogna tener conto. Se il 2017 è stato l’anno della crescita globale sincronizzata e il 2018 è stato invece quello della divergenza fra Usa e resto del mondo, per il 2019 gli asset manager sperano che i fondamentali del mercato siano sufficientemente robusti da stabilizzare i mercati.
L’importanza delle corrette valutazioni e l’appetibilità del reddito fisso
Del resto, fa eco Vijay Rajguru, cio di Alcentra, “i recenti ribassi di mercato sono stati dovuti a timori sulle valutazioni più che ai dati fondamentali”. Per di più, nel contesto attuale i rendimenti del reddito fisso sono sempre più appetibili, cominciando ad essere una vera e propria alternativa all’asset azionario. “Già nel 2017 avevamo iniziato ad assistere a una riallocazione dei portafogli dalle banche private e dai family office dalle azioni al reddito fisso – negli Usa, in Medio Oriente e in Asia Pacifico”. Le obbligazioni inoltre manterranno una correlazione negativa con l’azionario, “permettendo ai portafogli multi-asset di ottenere buone performance”.
Occhi puntati su Fed e Bce
Per Shamik Dhar, la Fed potrebbe alzare i tassi al massimo due volte quest’anno. La Bce invece potrebbe rimandare il primo rialzo dopo lunghissimo tempo ad inizio 2020. Il dollaro potrebbe rafforzarsi ancora nel corso nell’anno, ma deve fare i conti con la pausa della Fed e l’esito della Brexit. L’area Euro del resto è oggi vulnerabile ai rischi dei mercati finanziari. Le banche italiane essendo le più esposte al debito pubblico, in buona compagnia di Spagna e Portogallo. Ma in generale le banche del Vecchio Continente sono molto esposte al debito sovrano delle altre nazioni: il rischio di contagio in caso di insolvenza è elevato.
L’economista ritiene poi che i ribassi dell’ultimo trimestre giochino a favore delle opportunità di investimento negli asset rischiosi.
Il Bny Mellon Mobility Innovation Fund
A latere dell’outlook, l’asset manager segnala il suo impegno su un mercato che, in piena transizione energetica, sta cambiando rapidamente come pochi altri: quello delle auto elettriche. Sean Fitzgibbon, gestore del fondo, afferma che “pochi mercati stanno cambiando più rapidamente di quello delle auto elettriche. Il ritmo di innovazione tecnologica è pari solo al grado di cambiamento delle preferenze e di adozione da parte dei consumatori”.
Parlare di veicoli elettrici però non vuol dire parlare solo di veicoli elettrici. “Ci sono tutta una gamma di opportunità che vanno dalla connettività degli stessi ai software di funzionamento, alle macchine autonome”. Lo sottolinea Stefania Paolo, head of sales di Bny Mellon IM, evidenziando l’attenzione della società ai cambiamenti strutturali globali apportati dal tech e dall’innovazione in generale.
Stefania Paolo, head of sales di Bny Mellon IM