Mercoledì la Securities & Exchange Commission (Sec) ha dato il suo via libera ai primi Etf in Bitcoin “fisico” negli Stati Uniti, un passo atteso da anni nel mondo crypto. A partire da giovedì 11 gennaio, sono iniziati gli scambi dei primi prodotti exchange-traded il cui sottostante è direttamente il Bitcoin, e non più derivati che ne replicano l’andamento.
La Sec ha invertito il suo giudizio, dopo numerosi respingimenti nel passato, accogliendo la richiesta di autorizzazione per 11 Etf in Bitcoin “spot”. Fra questi, compaiono anche i prodotti messi a punto da iShares (BlackRock), Fidelity, Invesco e il più grande per asset crypto, Grayscale.
In una dichiarazione pubblicata poco dopo l'approvazione, il presidente della Sec, Gary Gensler, ha spiegato le ragioni alla base del cambio d'orientamento sull'approvazione, ribadendo che l'approvazione non costituisce un “avallo” del Bitcoin in quanto tale (“il Bitcoin è principalmente un asset speculativo e volatile che viene anche utilizzato per attività illecite, tra cui ransomware, riciclaggio di denaro, violazione delle sanzioni, e finanziamento del terrorismo”, ha affermato Gensler con riferimenti puntuali alle fonti di queste affermazioni).
Un ruolo determinante nella retromarcia, ha spiegato Gensler, è stata la sentenza di una corte giudiziaria che, lo scorso agosto, aveva dato ragione al gestore Grayscale, che si era visto negare dalla Sec la conversione del suo Bitcoin trust in Etf con motivazioni che i giudici hanno ritenuto insufficienti. In particolare, non ha convinto l'argomento per il quale i future in Bitcoin, scambiati sul mercato Cme, sarebbero sostanzialmente immuni alle manipolazioni che potrebbero colpire il prezzo del Bitcoin, su cui gli stessi future basano il proprio andamento.
L'approvazione porta il Bitcoin sui livelli del marzo 2022
La notizia dell'approvazione, anticipata da un clamoroso attacco hacker al profilo X (ex Twitter) della stessa Securities & Exchange Commission, non ha colto di sorpresa gli addetti ai lavori. Le chance di approvazione, a inizio settimana, erano attorno all'80% secondo la nota piattaforma di scommesse Polymarket, mentre altri sondaggi effettuati da Bloomberg avevano attribuito chance al 90%.
Il prezzo del Bitcoin, rispetto ai livelli precedenti al balzo osservato martedì dopo il tweet eterodiretto sul profilo della Sec, è passato dall'area 44.000 dollari a un massimo di giornata a oltre 49.000, giovedì 11 gennaio. Si tratta di livelli che il Bitcoin non vedeva da inizio 2022, ma ancora lontani dal picco raggiunto nel novembre 2021, poco al di sotto di quota 69.000 dollari. Solo negli ultimi 12 mesi il Bitcoin ha realizzato una performance del 161% recuperando abbondantemente i contraccolpi negativi dei crolli di Terra e dell'exchange Ftx.
Nell'autunno del 2021 la corsa culminata nell'approvazione dei primi Etf in Bitcoin future era coincisa, di lì a poco con il massimo storico. Un'esperienza che, se non altro, invita alla prudenza ora che il traguardo degli Etf in Bitcoin “fisico” è stato raggiunto.
“Sui prezzi del Btc nel breve non credo inciderà più di tanto la decisione della Sec, poiché i vari operatori di Etf hanno già fatto ampi acquisti del sottostante soprattutto da novembre in poi. La notizia era ampiamente attesa dai diretti interessati e da molti analisti del settore crypto. In definitiva credo che nel breve il prezzo di Bitcoin possa procedere entro una lateralità diciamo tra 42.000 e 48.000”, ha dichiarato a We Wealth l'analista e membro del board Siat, Eugenio Sartorelli. Vendere la notizia approfittando della vittoria sulla Sec? “Non credo sia il momento”, ha risposto l'analista, “ciò non significa che il Bitcoin non possa correggere anche ben sotto i 40.000 ma lo farebbe per altre motivazioni”.
“Gran parte delle aspettative sull'approvazione dell'Etf sono già state prezzate ed è probabile che si assista a un evento "sell the news" dopo un breve rialzo”, ha affermato in una nota Eric Demuth, co-founder e ceo di Bitpanda, una piattaforma che consente l'acquisto di criptovalute, “a lungo termine, tuttavia, la maggiore liquidità e il volume più elevato porteranno a un aumento del prezzo del Bitcoin e potrebbero anche contribuire a ridurre la volatilità. La liquidità aggiuntiva nel sistema proveniente dagli Stati Uniti, insieme ad altri fattori come l'imminente halving del Bitcoin in aprile o un possibile calo dei tassi di interesse di riferimento, potrebbe portare a un prezzo del Bitcoin a sei cifre nel lungo termine. E' molto probabile che il Bitcoin possa superare la soglia dei 100.000 dollari già quest'anno”.
Secondo André Dragosch, Head of Research at ETC Group, partner di HANetf, l'arrivo sui mercati Usa degli Etf spot in Bitcoin porterebbe "l’immissione di circa 34 miliardi di dollari di nuovi capitali, il che potrebbe tradursi in un guadagno dell'87% per il Bitcoin nel medio termine, un dato stimato sulla base della sensibilità storica della performance del Bitcoin ai flussi globali dei fondi Etp sulla criptovaluta", ha dichiarato in un'intervista a We Wealth.
Anche il taglio dei tassi e il dimezzamento del Bitcoin a primavera sono considerati fattori di traino per la criptovaluta per quest'anno: "Raccomandiamo di creare un'esposizione a qualsiasi indebolimento dei prezzi nel breve termine, soprattutto in relazione a questi e altri fattori macro e on-chain molto dominanti, come l'inversione della politica monetaria statunitense prevista nel corso dell’anno, ma anche l'imminente halving del Bitcoin in primavera".
Sebbene questo sia stato un evento storico, l'approvazione dell'Etf è solo il primo di una lunga lista di potenziali catalizzatori quest'anno", ha affermato a We Wealth Global markets strategist di eToro, "mancano poco più di tre mesi al prossimo dimezzamento della ricompensa del blocco (al momento in cui scriviamo) e in passato abbiamo visto come questo sia stato l'indicatore per l'inizio dei mercati toro che sono seguiti".
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Che differenza fa un Etf in Bitcoin, alla fine?
Nell'universo crypto la notizia dell'approvazione dei primi Etf in Bitcoin “spot”, al di là degli immediati impatti di mercato è stata accolta con grande entusiasmo, in particolare per le implicazioni che la disponibilità di criptovalute attraverso la forma tradizionale dell'Etf potrà avere nell'incoraggiare la diffusione del Bitcoin nei portafogli della consulenza finanziaria e degli investitori istituzionali. “Una tappa storica per il settore degli asset digitali... che rafforzerà e affermerà la legittimità degli asset digitali, ampliando notevolmente i possibili investimenti da parte degli investitori istituzionali nel settore”, ha dichiarato Luciano Serra, Country Manager Italia di Boerse Stuttgart Digital, “l’approvazione rappresenta inoltre un nuovo e decisivo passo verso la fase di maturità del Bitcoin e delle criptovalute, e contribuirà a ridurne anche la volatilità”.
Mentre negli Stati Uniti gli Etf in Bitcoin “fisico” sono una novità assoluta, in Europa sono disponibili almeno da cinque anni. Secondo i dati consultati sul portale JustEtf i primi otto Etf in Bitcoin domiciliati in Europa gestiscono masse complessive per 2,6 miliardi di euro (di cui circa 2 miliardi concentrati nei primi tre prodotti). In altri termini, circa lo 0,3% della capitalizzazione di Bitcoin (904 miliardi di euro, secondo Coinmarketcap) è attualmente gestita dagli Etf fisici autorizzati in Europa. Non molto. Gli attori attivi nel settore crypto, tuttavia, si aspettano effetti ben più grandi dall'arrivo di prodotti analoghi nel mercato americano.