La BoE segnala rischi per l’interscambio e per la crescita del Pil in caso di no deal, oltre che di contraccolpi sulla sterlina e di un’impennata dell’inflazione
La Bank of Japan mantiene come da attese i tassi fermi a -0,1%
La Snb taglia le stime sul Pil a causa del “deterioramento del contesto internazionale”, su cui pesano le “accresciute tensioni commerciali e incertezze politiche”
Brexit, l’importanza dell’accordo per i tassi
Nel Regno Unito le incertezze “sulla potenziale tempistica e sulla natura della Brexit hanno continuato a generare una maggiore volatilità dei prezzi” degli asset, che insieme al “rallentamento della crescita globale hanno portato al riemergere” di un eccesso di offerta, scrive la banca centrale di Londra.
A seconda dell’esito dell’eventuale ritiro dall’Ue, l’economia britannica “potrebbe seguire una vasta gamma di percorsi nei prossimi anni”, chiarisce la BoE. “In caso di Brexit senza accordi – in particolare – il tasso di cambio probabilmente diminuirebbe, l’inflazione aumenterebbe e la crescita del Pil rallenterebbe”, osserva la banca centrale.
Mirabaud AM: BoE ferma tra Brexit e mercato del lavoro teso
“In un contesto di elevata incertezza sulla Brexit, ci aspettiamo che la Banca d’Inghilterra porterà avanti l’attuale atteggiamento neutrale di politica monetaria”, stimava correttamente prima dell’annuncio Gero Jung, chief economist di Mirabaud Am.
“Questo alla luce di dati incoraggianti provenienti dal mercato del lavoro. Mentre i numeri sull’occupazione nel Regno Unito rallentano, i dati a livello aggregato restano solidi. Per tre mesi fino a luglio si è registrato un incremento netto dell’occupazione di +31.000 unità, un rallentamento chiaro, anche se ancora in territorio positivo. Rileviamo che gran parte di tale incremento deriva principalmente dal lavoro autonomo”, ricorda Jung.
Banche centrali: parola d’ordine stabilità
Dopo la Bce, la Fed e la BoE, è stato il turno anche della Bank of Japan e della Swiss National Bank per pronunciarsi sulla propria politica monetaria. Entrambe le banche centrali, come Londra, hanno scelto la via della stabilità.
BoJ, tutto fermo fino al 2020
La Bank of Japan ha confermato la sua politica monetaria, mantenendo – come da attese – i tassi fermi a -0,1%. La banca di Tokyo ha confermato che i tassi rimarranno al livello attuale per un periodo prolungato di tempo, almeno fino a primavera 2020. Allo stesso tempo la banca centrale del Giappone chiarito che esaminerà più da vicino l’evoluzione dell’economia e dei prezzi nella sua prossima riunione di ottobre.
La Swiss National Bank taglia le stime sul Pil
La banca centrale svizzera ha tenuto “invariata la propria politica monetaria espansiva” mantenendo fermo al -0,75% il suo tasso di riferimento e il tasso di interesse sui depositi mentre ha adeguato le modalità di calcolo della parte dei depositi bancari esentata dal pagamento degli interessi negativi allo scopo di “diminuire gli introiti” e ridurne cosiì il peso per il sistema bancario.
A causa del “deterioramento del contesto internazionale”, su cui pesano le “accresciute tensioni commerciali e incertezze politiche”, la Snb ha però tagliato le stime di crescita del Pil, che crescerà in una forchetta compresa “tra lo 0,5% e l’1%, contro l’1,5% circa della previsione di giugno”. La Snb rileva anche che “la situazione sul mercato dei cambi rimane fragile” e che il franco “continua a presentare una valutazione elevata”.