Family office italiani: come possono aiutarti a gestire il patrimonio?

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
11.1.2022
Tempo di lettura: 2'
Multi family office o single family office? Quanto costano? Dove investono? Ecco tutto ciò che c'è da sapere sui family office italiani
Le famiglie con patrimoni importanti si stanno rivolgendo sempre più ad attori finanziari che possano fornire loro soluzioni di consulenza patrimoniale tagliati ad hoc per le esigenze e gli obiettivi finanziari specifici della famiglia. Queste società prendono il nome di family office e sono realtà sempre più diffuse anche non solo a livello internazionale. Stando agli ultimi dati della società di ricerca Magstat in Italia, a fine 2020, il numero di family office era pari a 163, in crescita rispetto ai 143 dell'anno precedente, e i loro asset under advisory, le masse in consulenza, ammontavano a 86,4 miliardi di euro. Si avvalgono di 736 family officer, distribuiti in 243 uffici dedicati e offrono consulenza a più di 27.737 clienti.

Chi sono i family office


L'Associazione Italiana Family Officer


Sebbene la presenza effettiva nell'industria finanziaria italiana sia aumentata considerevolmente solo negli ultimi anni, un primo tassello per il fiorire del settore è stato posto già diversi anni fa - nel 2005 - con l'istituzione di un'associazione professionale: l'Associazione Italiana Family Officer. Di pari passo con la creazione di nuovi family office l'Aifo ha assunto sempre più un ruolo determinante sia in termini di formazione che di tutela per la categoria. Nel 2019 il Mise ha riconosciuto all'Aifo il ruolo di soggetto autorizzato per la verifica dei requisiti di qualità e qualificazione professionale dei servizi prestati dalla figura di family officer e per l'iscrizione al relativo registro.

Il family officer vs private banker


Così come indicato dalla stessa Aifo, per family officer si intende un professionista indipendente, spesso già iscritto in altri albi professionali tradizionali (avvocati, commercialisti, consulenti finanziari), che amplia la sua competenza tecnica per offrire un piano integrato di family office, volto alla conservazione di uno o più patrimoni familiari di rilevanti dimensioni, consolidando i diversi beni e proprietà (partecipazioni, aziende, posizioni bancarie, investimenti finanziari, immobili, collezioni d'arte), garantendone una sostenibilità e non dispersione attraverso le generazioni. Rispetto a un private banker il livello di ricchezza servito è più elevato: il portafoglio medio di un private banker è di 56 milioni, un family officer gestisce in media 117 milioni di euro.

Single family office e multi family office


Per quanto riguarda la struttura entro cui un family officer esercita la sua professione esistono due differenti forme differenti: i single family office (Sof) e i multi family office (Mfo). La differenza sostanziale tra le due diverse tipologie di family office è che i primi amministrano il patrimonio di una sola famiglia, che risulta esserne proprietaria, mentre i secondi i patrimoni di più famiglie. In Italia sono presenti sia Sof che Mfo, ma, stando ai dati di Megastat, a prevalere in termini di numeri sono i secondi: 115 contro 48. Una terza via è quella dell'Indipendent family office, anche detto Multiclients family office, di fatto un Mfo, con la peculiarità di essere stato creato dall'iniziativa diretta di professionisti che hanno deciso di fornire servizi personalizzati e liberi da conflitti d'interesse. La presenza dei family office è concentrata al Nord: nella sola Milano ci sono 96 strutture, segue Torino con 19.

Evidenze in Italia dei family office


ICome viene creato un familiy office? Quali obiettivi persegue? Quanto costa e quanto rende? A queste domande ha dato una risposta il report Family Office Survey 2021, l'indagine tra family office italiani giunta alla settima edizione di Pwc.

Origine e obiettivi di un family office


Dal rapporto emerge come per la metà dei Sfo il liquidity event derivante dalla vendita dell'azienda di famiglia (o di una parte dell'azienda) sia stato l'evento principale che ha contribuito all'istituzione della struttura, mentre per il 23% l'esigenza di costituire un Sfo deriva da necessità connesse alla successione. Viceversa, la maggior parte dei Mfo (59%) sono nati grazie all'iniziativa imprenditoriale indipendente di un singolo o di un team di professionisti. I Sfo e i Mfo intervistati convengono che i family office siano stati istituiti con due principali obiettivi: monitorare gli asset al fine di prendere decisioni di investimento coerenti con gli obiettivi della famiglia (34%) e diversificare il patrimonio (29%). L'efficienza fiscale (10%), l'obiettivo di preservare la legacy (10%) e la privacy di famiglia (5%) sono obiettivi considerati secondari.

Quanto costa e quanto rende un family office


Venendo alle performance, analizzando i risultati degli ultimi 5 anni si evince che il 49% dei Fo intervistati ha fatto registrare performance superiori al benchmark e il 51% in linea con il benchmark. In questo arco temporale nessuno dei family office intervistati ha fatto registrare un risultato inferiore al proprio indice di riferimento. Con riferimento al 2020, il 56% dei Fo sostiene di aver registrato una performance superiore a quest'ultimo mentre solamente il 6% inferiore. Le performance 2021 ytd sempre sono in media leggermente inferiori a quelle fatte registrare nel corso del 2020: ad ogni modo nell'anno in corso esattamente la metà dei family office intervistati sta facendo registrare rendimenti superiori al benchmark, il 36% in linea e il 14% inferiori al benchmark. La commissione fissa media applicata dai 15 Mfo intervistati alle famiglie è pari a 31 basis point sugli Aum, valore mediano è 27,5 bp, il minimo è 10 bp e il massimo è 60 bp. Inoltre 6 dei Mfo intervistati applicano una commissione di performance sulla base dei risultati raggiunti. Infine i costi di struttura dei Sfo risultano superiori rispetto a quelli dei Mfo: mediamente i Sfo hanno costi di struttura pari a 0,78%, mentre i Mfo sostengono costi pari a circa lo 0,28%. La voce di costo più sostanziale risulta quella connessa al personale impiegato.

Dove investono i family office?


Asset allocation dei family office


A fine 2020 l'asset allocation media dei family office era costituita da investimenti azionari per il 21% (azioni dei paesi sviluppati ed emergenti) in linea con l'allocazione del 2019, da investimenti obbligazionari per il 15%, in diminuzione dell'8% rispetto l'allocazione del 2019, da cash o cash equivalents per l'11%, da real estate (REITS e immobili diretti) per il 14%, da investimenti alternativi per il 33% (private equity, venture capital, private debt, co-investimenti, hedge funds, commodities, criptovalute), da investimenti diretti e indiretti infrastrutturali per l'1% e da altri investimenti (principalmente Gestioni Separate) per il 5%.

Meno reddito fisso, più alternativi


La riduzione dell'incidenza della componente fixed income è attesa anche per i prossimi 12 mesi: il 38% dei family office intervistati prevedono di ridurre l'allocazione sul comparto obbligazionario dei paesi sviluppati, andando ad incrementare la componente private capital indiretta (fondi alternativi) e diretta. Infatti, il 79% dei family office intervistati dichiara di voler incrementare l'esposizione nei confronti dei fondi di Private Equity & Venture Capital, mentre il 71% intende effettuare, tramite equity o tramite debito, investimenti diretti in società, co-investimenti e Club Deals. Inoltre, è interessante notare come il 60% dei rispondenti dichiara di voler aumentare l'esposizione nei confronti dei fondi di Private Debt e il 57% intende incrementare gli investimenti in infrastrutture. Non si prevedono stravolgimenti sull'allocazione delle altre asset class per i prossimi 12 mesi.

E le criptovalute?


Per quanto riguarda infine il tema criptovalute, non c'è una visione univoca da parte dei family office. L'allocazione sulle crypto a fine 2020 è pressochè prossima allo 0% e solo il 25% degli intervistati intende aumentare l'allocazione nei prossimi 12 mesi: il 32% non la considera infatti un'asset class interessante ed esclude un investimento nel medio termine, nel 24% dei casi la politica di investimento dei family office non contempla un'esposizione nei confronti delle criptovalute. A favore di questa asset class c'è solo una minoranza degli intervistati (21%) che sostiene di aver già investito, mentre il 18% non esclude un'allocazione nel medio termine.
Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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