Cambio di paradigma: petrolio basso, niente corsa ai rifornimenti

Cambio di paradigma nel settore della mobilità: niente più corsa al petrolio (e alla benzina) in momenti di ribassi, ma una crescente sensibilità al problema della sostenibilità. Così la transizione green vede nel recente crollo del Wti non una manaccia, ma una conferma del calo della domanda…

Lo shock dei prezzi che ha colpito i combustibili fossili a partire dall’inizio dello scorso mese sta sortendo l’effetto opposto rispetto che al passato, allontanando i consumatori da un tipo di mobilità inquinante, a favore di soluzioni più green. Settore sotto analisi? Auto e mobilità.
Il settore dei trasporti è già da tempo interessato da una netta trasformazione. Il mix di cambiamenti regolamentari e sensibilità da parte dei consumatori sta modificando le dinamiche di domanda ed offerta.
“Se si considerano i dati storici” hanno sottolineato Kristina Church, senior Investment Strategist per gli investimenti sostenibili di Lombard Odier Investment Managers, “un crollo significativo del prezzo del petrolio avrebbe di norma contribuito a rallentare la transizione verso una mobilità pulita” cambiando la dinamica dei costi e “sostenendo un maggior uso dei veicoli a più alta intensità di carbonio”, specie quelli di utilità sportiva (Suv in primis) e pick-up. Ciò vale soprattutto per gli Stati Uniti, dove circa il 50% del prezzo retail della benzina riferisce direttamente al greggio, mentre l’altro 50% è suddiviso tra tasse, costi di distribuzione e di raffinazione. In Europa la tassazione è significativamente più elevata e pertanto il calo del prezzo del petrolio incide in misura molto minore sul prezzo finale del combustibile.

Petrolio più basso, niente più corsa alla benzina

Il ribasso del greggio gioca ancora a discapito dei veicoli elettrici? Dati alla mano, non più.
Secondo gli esperti di Lombard Odier IM, la rapida flessione che ha colpito i prezzi del petrolio (con un calo del greggio Wti nel mese di marzo superiore al 50%, fino ad un minimo di quotazione a ridosso dei $19 al barile) probabilmente si protrarrà a lungo. Alla luce di ciò e delle nuove tendenze in atto, “siamo convinti che la transizione verso il trasporto pulito continuerà ad offrire opportunità d’investimento interessanti, in particolare con la reazione dei consumatori e dei governi agli ingenti costi economici e sociali provocati dalla pandemia da Covid-19”.

Transizione green: il ruolo di regolamentazione e credito

A giocare a favore della transizione verso il supporto sostenibile, saranno anzitutto due fattori.
In primo luogo, la regolamentazione. Man mano che l’economia globale si riprenderà dalla pandemia, le autorità politiche potrebbero porre una crescente attenzione sul problema dell’inquinamento atmosferico (e sugli effetti collaterali sul sistema immunitario, sul rischio di malattie respiratorie e sulla trasmissione del virus per via aerea). Una regolamentazione più stringente tenderà quindi a trasformare l’intero settore dei trasporti tradizionali, un comparto ad alta intensità di carbonio, responsabile del 17% circa delle emissioni globali di gas serra.
Un secondo fattore a favore della transizione green si lega all’accessibilità del credito. “Il credito rappresenta un elemento sostanziale che incide sul comportamento di acquisto di un’autovettura. In alcuni mercati sviluppati” hanno ricordato da Lombard Odier IM “fino all’85% di tutti i veicoli di proprietà è acquistato facendo ricorso al credito. Ciò agevola la transizione verso i veicoli elettrici, che attualmente possono avere un costo iniziale superiore, ma che offrono rendimenti interessanti sull’intera durata di vita”. La questione ruota proprio attorno a quest’ultima evidenza: i consumatori tendono oggi a prestare minore attenzione al “prezzo di base” iniziale di un veicolo, ma a considerare il “costo totale di proprietà” che si basa sul costo al chilometro del trasporto per l’intera vita del veicolo.
“La nostra Climate Transition Strategy” ha concluso Church “è concepita per individuare e sfruttare queste opportunità investendo in società destinate a guadagnare vantaggi competitivi e a cogliere opportunità di crescita derivanti dalla tendenza strutturale a lungo termine verso il trasporto a più bassa intensità di carbonio”.

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