India nuova culla tech? La svolta di Apple che fa riflettere

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La decisione di Apple di spostare parte della produzione dell’iPhone in India potrebbe spingere altri colossi del tech a compiere la stessa scelta, a tutto vantaggio del paese che cresce a un ritmo più sostenuto della Cina. UTI International spiega come l’India abbia le potenzialità per diventare il nuovo centro di produzione della tecnologia

L’India apre le porte alla tecnologia, accogliendo i giganti del tech dal calibro di Apple. Il gruppo della Mela Morsicata ha infatti deciso di trasferire parte della produzione dei suoi nuovi iPhone in territorio indiano, uscendo dal confine predefinito della Cina. Una mossa che potrebbe essere seguita da altri colossi, considerato anche il fatto che l’India si proietta come l’economia che crescerà di più quest’anno. Ne è convinta anche UTI International, che illustra come il Paese della Tigre abbia le potenzialità per diventare il nuovo centro di produzione della tecnologia.

Apple esce dai confini cinesi e arriva in India

Apple ha spostato alcune aree della produzione di iPhone dalla Cina ad altri mercati, tra cui l’India, il secondo mercato di smartphone più grande del mondo, e sta pensando di traslocare sempre qui parte dell’assemblaggio dei suoi tablet iPad. Già dal 2017, con il lancio dell’iPhone SE, il gruppo di Cupertino ha iniziato a dislocare alcune produzioni in territorio indiano. E oggi gli analisti intervistati da Reuters si aspettano che almeno il 5% della produzione dell’ultimo modello del melafonino, l’iPhone 14, venga spostata in India entro fine anno. Una tendenza che andrà a crescere nel tempo. Entro il 2025, infatti, gli analisti si aspettano che circa il 25% di tutti i prodotti Apple, quindi anche Mac, iPad, Apple Watch e AirPods, verranno assemblati al di fuori della Cina, lasciando sempre più spazio ad altri paesi tra cui l’India.

India: una crescita che da sicurezza anche al settore tecnologico

D’altronde l’India si sta distinguendo nel panorama mondiale come una delle più promettenti e floride economie. Secondo le previsioni contenute nell’ultimo World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale (Fmi), il Pil indiano quest’anno crescerà del 7,4%, ben più della Cina, la cui espansione si fermerà a un +3,3%. E anche l’anno prossimo, la Tigre indiana farà meglio del Dragone cinese, con un +6,1% contro un +4,6%.

Ma non è solo per il sorprendente ritmo di crescita che l’India ha le potenzialità di diventare la nuova succursale della Silicon Valley. Secondo quanto rilevato dalla National Association of Software and Service Companies dell’India (NASSCOM), ogni anno escono dalle sue università più prestigiose oltre 1,5 milioni di nuovi ingegneri, che stanno andando a formare le file della classe dirigente del futuro. Basti pensare che oggi ben 12 tra le top aziende del mondo tech, come Microsoft, Palo Alto Networks e Micron Technology, hanno come Chief Executive Officer (CEO) esperti indiani.

Lo spirito e la capacità imprenditoriale della Tigre, supportati da un ecosistema che favorisce la creazione e crescita delle piccole aziende, si vedono anche nel numero di startup che sono state avviate nel paese negli ultimi anni (uno straordinario +15.400% dal 2016) o degli unicorni che sono nati dal 2021, 65 per l’esattezza, arrivando a un totale di 107 e consegnando la medaglia di bronzo all’India dopo Stati Uniti e Cina.

Inoltre, Bangalore, una delle città più dinamiche nel mondo dal punto di vista delle nuove tecnologie, conosciuta proprio come la Silicon Valley dell’Asia, si trova guarda caso in India (è la capitale dello stato del Karnataka). In questa metropoli hanno sede multinazionali di software, innumerevoli imprese e startup tech, pronte a sviluppare le nuove tecnologie.

Il futuro del settore tecnologico, come sottolineano da UTI International, è già in India, e non bisognerà aspettare troppo prima che anche il resto del mondo se ne renda conto.

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